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Aliberti ricorda Masinga: ”Lo andai a prendere a Wembley e lui ci salvò”

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Una persona sensibile che a Salerno ha lasciato il segno. Stiamo parlando dell’ex presidente granata Aniello Aliberti che costrui quella che rimane la più forte Salernitana della storia. Poi sappiamo tutti come andò a finire con un fallimento che grida ancora vendetta. E nel decennio Alibertiano una delle pagine più belle dove l’ex patron non trattenne le lacrime (oltre a quel Salernitana Vicenza in A) è sicuramente la gara all’Arechi qualche anno prima contro il Castel di Sangro. I granata si giocano la permanenza in B contro il Castel di Sangro. Serve la vittoria altrimenti si retrocede e il compainto Phil Masinga scomaprso oggi a 49 anni è l’eroe di giornata:

Ho noleggiato un aereo per andare a Wembley, ho aspettato che finisse la partita e poi l’ho riportato a casa –  ricorda un commosso Aniello Aliberti ai microfoni di SalernitanaNews – Poi Varrella lo ha fatto entrare nel secondo tempo e lui ha segnato e ci ha salvato. La A di due anni dopo è nata con quel gol”.

Anche il presidente della Salernitana più importante della storia è rimasto sconvolto quando questa mattina ha appreso la tragica notizia: “Purtroppo da anni ci eravamo persi di vista, sapevo che era rientrato in Sudafrica. Non ero a conoscenza della malattia, quando ho saputo ho provato un forte dispiacere. Era una persona seria oltre che un bravo ragazzo e un grande calciatore”.

Ed è stato proprio Aliberti a scoprire il Masinga calciatore, nel lontano ’96: “Me lo segnalò Raffaele Novelli che insieme all’agente Peppe Viscido mi segnalò questo calciatore che all’epoca era assistito da Vinicio Fioranelli – racconta Aliberti – Giocava in Svizzera ma naturalmente la B italiana era di maggiore appeal nonostante quell’anno non navigassimo in buone acque. All’inizio non si ambientò bene, alcuni pseudo tifosi lo presero di mira e Masinga fu anche vittima di razzismo. Voleva anche andare via per questo ma non si perse d’animo, gli dispiaceva di non essere apprezzato. Poi esplose”.

Un campione dentro e fuori dal campo: “Una persona squisita. Ogni pomeriggio dopo l’allenamento veniva in sede, faceva lezione con la moglie per imparare l’italiano. Quando poi finiva il corso rimanevamo a chiacchierare. Rimase molto legato al territorio e amava tantissimo il calcio: nello spogliatoio era molto benvoluto, fece presto amicizia”.

Oltre al gol col Castel di Sangro anche il sigillo al Cesena e la doppietta al Brescia. Poi il trasferimento al Bari: “Carlo Regalia, persona seria e grande conoscitore di calcio, lo volle al Bari a tutti i costi. Parlai con Masinga e mi chiese il trasferimento, era molto attratto dalla Serie A. Mi fece piacere seguirlo gli anni successivi, ricordo un gol all’Inter bellissimo. Fece una grande carriera, se l’è meritata”.

Fonte SalernitanaNews

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