La vicenda inizia a Sassano, frazione di Silla. Pierino Calicchio, in compagnia del figlio, dopo essere entrato in un bar, si rimette al volante. Dopo qualche centinaio di metri la vettura viene fermata da una pattuglia dei carabinieri di Sala Consilina.
È tutto in regola, ma i militari notano che il 64enne non sta bene, è in stato di alterazione fisica (probabilmente per il grave malore che sta per colpirlo) e quindi lo invitano a recarsi all’ospedale per ulteriori controlli.
L’uomo acconsente ma è costretto a guidare perché il figlio, che viaggia con lui, non ha la patente. Durante il tragitto da Sassano all’ospedale Luigi Curto di Polla – circa venti chilometri – Calicchio, molto noto e benvoluto nel comune capofila del Vallo di Diano, avverte lancinanti dolori petto.
Avendo avuto in passato problemi al cuore, l’uomo decide di fermarsi e i carabinieri – che precedevano la sua vettura facendogli da staffetta – chiamano il 118.
Sul posto arriva l’ambulanza e per circa un’ora vengono messe in atto manovre salva vita per cercare di evitare il peggio. Ma tutto risulta inutile, e l’uomo perde la vita
La Procura di Lagonegro ha sequestrato la salma e disposto l’autopsia per domani mattina.
e quindi? che c’entra il 118? non poteva morire? o basta la chiamata al 118 per salvare la gente? Vorrei ricordare alla gente ed ai giudici in particolare che questo modo di fare non giova al rapporto medico paziente….lo deteriora e non si ottiene niente….e alla fine, peggio per chi muore, poverino, anche perchè ci sarebbe qualcuno che intende speculare sulla sua pelle (“obiettivo indennizzo…”). Spero tanto che presto possano chiudere tutti i pronto soccorso ed i 118 (come sta accadendo) così vi curate da soli e rimpiangerete i tempi in cui i medici davano l’anima per salvare la gente per poi….ritrovarsi in tribunale!