In particolare, molti dipendenti venivano costretti ad accettare condizioni di lavoro illegittime rispetto al proprio contratto di lavoro, una retribuzione inferiore rispetto al lavoro prestato, a rinunciare a permessi e riposi, nonché a sottoscrivere quietanze liberatorie con le quali dichiaravano di rinunciare ai crediti di lavoro maturati e non corrisposti.
Il clima di prevaricazione in danno dei dipendenti creato dall’uomo era addirittura arrivato al punto da costringerli alla vendita al pubblico di pietanze da asporto preparate con alimenti scaduti e non idonei al consumo, tra questi carne annerita e maleodorante poi corretta con l’aggiunta di additivi, pasta contenente blatte, nonché frutta ed ortaggi marci.
Così facendo l’amministratore unico della società è riuscito a trarre un ingente profitto derivante delle estorsioni compiute per un ammontare complessivo pari a circa 1 milione e 800 mila euro.
… adesso vediamo se il magico Salvini interviene energicamente o fa solo il bullo con gli immigrati.