Alcuni pezzi, sul mercato dei collezionisti, sono arrivati a moltiplicare sino al 600% il prezzo d’acquisto, più dell’oro. Un esempio su tutti è quello di un kit per Star Wars Darth Revan, venduto nel 2014 a 3,99 dollari, tempo dopo andato su eBay a 28,46 dollari.
Ma le collezioni che sono riuscite a battere titoli e obbligazioni americane a larga capitalizzazione, son state quelle dei combattenti Jedi di Star Wars e i castelli di Hogwarts di Harry Potter. Il loro rendimento è stato pari all’11% annuo. Lo studio ha anche rilevato che i kit che hanno prodotto investimenti più alti sono quelli più recenti, probabilmente per la popolarità sempre più in crescita che ruota intorno agli investimenti su Lego.
Si difendono bene anche i set con un numero di pezzi che arriva fino a 113, i quali hanno registrato una resa del 22% annuo. Ma a fruttare di più sono i kit fuori produzione: ad esempio il Gronchi Rosa che conta oltre 2.000 mattoncini e che nel 2007 è stato venduto a 89,99 sterline, ora ne vale 2.000, e oltre, con un rendimento del 2.230%.
ll risvolto più emblematico di questo studio, però, è che mentre le società di investimento quantitative trascorrono centinaia di ore studiando cervellotici algoritmi, per la Dobrynskaya l’ispirazione è stata meno teorica. La docente ha dichiarato: “A mio figlio piace giocare con Lego e ne ho un sacco a casa. A un certo punto ho pensato: forse ho un portafoglio di investimenti già pronto?”
Insomma, una intuizione poco teorica, quanto evidentemente pratica ha permesso di scoprire che le collezioni utilizzate per i castelli di Hogwarts e i combattenti stellari Jedi hanno battuto titoli azionari e obbligazioni statunitensi.
Stando così le cose, a dispetto delle recenti stime, in particolare in riferimento al mercato del nostro Paese, investire sul mattone è ancora conveniente; l’elemento di novità è rappresentato dal fatto che bisognerebbe modificare, però, natura e fattura dell’oggetto. Per coloro che possono, è dunque preferibile puntare sulla plastica ABS dei colorati Lego, anziché sul tradizionale e ben più noto e diffuso laterizio.
Tony Ardito