La rabbia di Dario, presidente della «Fondazione Angelo Vassallo», è esplosa in seguito alla visione di alcuni atti ufficiali: «Avevamo fatto richiesta formale di visionare la relazione balistica e l’autopsia tramite il nostro legale, l’avvocato Antonio Ingroia. – spiega – Abbiamo scoperto, dopo quasi nove anni, una serie di elementi che nessuno ci aveva mai raccontato».
All’Ansa, poi, Vassallo elenca le novità apprese dalla lettura degli atti. «Si legge che ad uccidere mio fratello sono stati nove colpi su nove. Per anni invece ci hanno raccontato che su nove colpi esplosi dall’assassino o dagli assassini, solo sette avevano raggiunto il corpo di mio fratello. Gli stessi media per anni hanno riportato questa notizia e rileggendo decine e decine di articoli, quasi tutti evidenziano che Angelo fu colpito da sette colpi di pistola. Abbiamo trovato solo due articoli dove l’unico a parlare di nove colpi era stato il vice capo della polizia Francesco Cirillo. Perché questa notizia non è mai stata rettificata dagli organi competenti?».
«La relazione balistica – prosegue Vassallo – dice anche chiaramente che le lesioni obiettivate indicano chiaramente che si trattò di una o più armi caricate con cartucce a proiettile unico. Perché non ci hanno mai detto che le armi da fuoco potevano essere più di una? Inoltre, nella relazione si legge anche che l’aggressore durante l’esplosione dei colpi si sarebbe trovato, in piedi o seduto sul sellino di un motorino, in posizione sopraelevata rispetto alla vittima. Perchè non ci hanno mai raccontato della possibile presenza di un motorino?».
Il corpo di Vassallo, crivellato di colpi, venne ritrovato all’interno della propria auto, a poche decine di metri dalla sua abitazione, il 5 settembre del 2010. I suoi assassini non hanno ancora un nome.