A mercato chiuso ed in una fase scandita da accuse e vittimismi il compito più arduo: riaccendere, col gioco e i risultati, l’entusiasmo dell’ambiente. Entusiasmo ai minimi termini e non solo per gli obiettivi annunciati e non concretizzati nell’ultima giornata di calciomercato. La sensazione è che il partito della contrapposizione al duo Lotito – Mezzaroma stia crescendo sempre di più finendo però per imboccare la strada della diserzione, legittima per carità, ma rischiosa, molto rischiosa.
Lasciare sola la Salernitana in questo momento rappresenterebbe un segnale forte ad una proprietà che ha mezzi e capacità per fare molto ma molto di più rispetto a quanto fatto vedere finora. Di contro, però, si rischia di spingere la squadra granata sul baratro trasformando i sogni per l’anno del centenario in un incubo senza precedenti. Sono settimane che l’Arechi è diventato terra di conquista e la sfida di venerdì sera non va assolutamente ciccata.
Anche perché c’è da riscattare il poker di reti rimediato all’andata e che rovinò il San Matteo ai salernitani. La Salernitana è dei salernitani ed in campo si gioca per la maglia non per ripicche, risposte polemiche e stucchevoli dediche a chi ama la tastiera agli spalti dell’Arechi. I giocatori sono dei professionisti, lo dimostrino da qui alla fine del campionato e diano le risposte a suon di gol e risultati. Gli alibi sono finiti per tutti
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