A.B., nel corso dell’udienza, svoltasi a porte chiuse ha confermato tutte le accuse nei confronti di U.V. 54 anni residente a pochi passi dal centro cittadino. L’uomo è stato rinviato a giudizio a seguito dell’esposto presentato alcuni mesi fa dalla stessa ragazza.
I due si sono conosciuti nel 2016 attraverso i social. Lui era registrato con un profilo fasullo e dalle foto, ovviamente non rispondenti al vero, si mostrava come il classico palestrato. La ragazza, con qualche problema psichico e in un periodo di depressione, si aggrappa a U.V. che in un primo momento si mostra gentile e anche caritatevole, infatti, in un occasione le ha anche spedito dei soldi.
La giovane dopo aver lasciato la città d’origine arriva a Salerno e va a convivere con U.V., dapprima a Cicerale e poi in un abitazione a Salerno, ubicata a poca distanza dal Quartiere Carmine. I primi periodi di convivenza la situazione sembrava tranquilla.
I due vivevano come tante coppie. Successivamente, il 54enne (tra i due vi è un grande divario di età) l’uomo comincia a pretendere che la stessa si prostituisca. U.V. affermava che “solo intraprendendo quella strada si sarebbe potuta rendere utile e ricambiare l’ospitalità e le attenzioni che lui le riservava”.
L’uomo inoltre diceva alla sua “amata” che avrebbe dovuto seguire quanto aveva fatto per lui una certa Valentina “la quale lo avrebbe trattato molto bene e avrebbe guadagnato per lui, prostituendosi, ben seimila euro con i quali erano andati a Venezia a comprarsi una Jaguar nera“.
U.V. nel “favorire” l’attività che A.B. era costretta ad esercitare, fece iscrivere la stessa ad un sito di appuntamenti con l’inserzione di un apposito testo, delle tariffe applicate e delle prestazioni sessuali. Il tutto corredato da foto della giovane alla quale fu fornito, sempre da U.V., anche un cellulare per gestire gli appuntamenti.
Gli incontri avvenivano, quasi sempre, sul litorale di Pontecagnano o nei pressi di alberghi. U.V. usava anche scattarle foto sexy che poi inviava a dei contatti sui social. Nel solo periodo compreso tra febbraio e marzo 2017 A.B. consegnò a U.V., in totale, la somma di 2500 euro provento dell’illecità attività.
A marzo la ragazza fu costretta ad interrompere l’attività di prostituzione a causa di un problema ginecologico che addirittura la costrinse a sottoporsi ad un intervento chirurgico. Dimessa A.B. tornò a convivere con U.V., questa volta a Cicerale.
Qui la ragazza in più occasioni si rifiuta di soddisfare le richieste di prestazioni sessuali di U.V. a causa dei postumi dell’intervento. L’uomo un giorno stanco dell’ennesimo rifiuto tentò di ottenere con la forza quanto desiderato. A questo punto la ragazza tenta di allontanarsi da quell’orco ma il peggio deve ancora arrivare.
Un giorno mentre A.B. era pronta a tornare a casa dalla madre, i due litigano per il possesso del cellulare che U.V. le aveva sottratto. Lui spesso pare tentasse di farla passare per matta. Durante il litigio il 54enne sferra un pugno alla nuca della ragazza gettandola al suolo. Una volta terra ha continuato a colpirla con pugni.
La giovane ha raccontato che si sentiva stordita e “vedeva” doppio. Neppure in quella occasione la ragazza trovò il coraggio di denunciare il tutto. Restò in silenzio anche quando fu accompagnata in ospedale per essere medicata. Solo successivamente la ragazza adducendola scusa che la madre era gravemente malata riesce a sottrarsi a quell’uomo e a tornare nella sua città.
Ieri la donna in aula ha confermato tutte le accuse a carico di U.V. che attualmente sta affrontando il processo. A.B. è tornata a Salerno ed ora vive in un appartamento nella zona orientale insieme ad altre ragazze.
fonte Le Cronache