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Salernitana: da Brustenga a Micai la fiera di paperissima

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La “papera” è l’incubo dei portieri. Il povero Micai contro il Benevento ha provato l’amarezza dell’errore. Come sbagliare un rigore al novantesimo per un centravanti, così è, per un portiere, la “papera” che regala la vittoria agli avversari.

Cosa si fa in questi casi? Consolare lo sfortunato estremo difensore, e dargli fiducia. Certo, per il tifoso, “la papera” è come un tradimento, non si può accettare, e non ci sono scuse che tengano, così Micai ha lasciato il campo sotto i fischi.

Se può consolare il portiere granata,nonè stato il primo, e purtroppo, supponiamo, non sarà l’ultimo numero uno granata ad imprecare contro la malasorte o contro la propria goffagine. Lo scrive Michele Capone su Le Cronache oggi in edicola

La “papera” – si legge –  non manca nel repertorio di nessun portiere. Senza arrivare a ricordare la clamorosa “papera” di Karius (Liverpool) nella finale di Champions dello scorso anno, in casa granata di “papere” se ne sono viste diverse. Ogni appassionato granata, a seconda delle età, ne ricorda alcune.

La storia ci parla di una “papera” di Pagano, sostituto del titolare Ricciardi, che nel campionato di serie C 36/37, consentì al Lecce di ottenere il pareggio, facendo svanire la vittoria per gli allora azzurri Negli anni 70Brustenga e Tani, ne combinarono qualcuna.

Il lungo Brustenga, già all’esordio contro la Reggina, campionato 75/76, goffamente si tuffò si un tiro di Fragasso, centravanti della Reggina. Un tifoso l’aveva previsto già al suo ingresso in campo :” E’ troppo lungo, mentre non si tuffa il pallone gli passa sotto la pancia” Detto fatto.

Per fortuna la Salernitana vinse. Brustenga replicò contro il Sorrento, e questa volta la “papera” costò la sconfitta granata, e che dire di Tani che, imitatore di Jongbloed (estremo difensore dell’Olanda ai mondiali del 1974, precursore del portiere che usava anche i piedi) si piazzava davanti all’aera di rigore ed il solito tifoso che diceva “ Ma dove si mette?”

Così qualche palleggio non troppo sopraffino, costò qualche gol, per lo sconforto dei frequentatori del Vestuti. Più recentile “papere “di Brunner, o di Squizzi, e recentissime quelle “indecisioni” di Strakosha e Terracciano. Ma la defaillance più nota, fu quella del ventenne Zenga.

Il futuro portiere della Nazionale, la domenica precedente aveva parato un rigore nel derby con la Paganese, consolidando la vittoria granata per 1-0. La domenica successiva, Zenga entrò in campo al Vestuti con l’entusiasmo della prodezza realizzata nella precedente partita. Però tutto andò storto. Abbandonò, piangendo, il campo dopo 2 gol subiti in 10 minuti.

E come dimenticare la papera di Botticella all’Arechi contro il Verona nella domenica dell’Immacolata del 2002? Si conforti Micai, i suoi predecessori hanno continuato con buoni risultati la carriera, vedi da ultimo Strakosha, e poi, il riscatto è dietro l’angolo: una bella parata, magari decisiva per mantenere la vittoria, ed i fischi torneranno ad essere applausi

Michele Capone Le Cronache

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