A. G., era accusato di aver compiuto abusi sessuali su una 14enne, amica di famiglia. Finisce così un lungo incubo per l’uomo che lavorava come vigilante presso un noto centro commerciale. Le accuse contestategli erano di violenza sessuale e pornografia minorile. Negli ultimi 7 mesi era sottoposto al regime degli arresto domiciliari. Lo scrive Il Mattino
A fare la differenza e a decidere le sorte del processo sono state alcune testimonianze e le perizie compiute sui cellulari, soprattutto su quello dell’imputato che alla fine non nascondeva alcun materiale compromettente.
Tra l’altro, le indagini compiute dalla Polizia Postale hanno rivelato che, dopo la presentazione della querela nei confronti dell’imputato, il cellulare della persona offesa è stato utilizzato quotidianamente e ad alta intensità tanto da pregiudicarne l’integrità dei dati in esso contenuti.
Fonte Il Mattino
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