Sconcerto e preoccupazione per la perdita di 13 posti di lavoro e di un gruppo di redattori che per oltre 20 anni ha rappresentato un punto di riferimento nel panorama dell’informazione salernitana portando il quotidiano La Città ad essere il giornale più letto a Salerno e in provincia.
Questa mattina al loro rientro in redazione, dopo i 10 giorni di sciopero, i giornalisti de La Città hanno trovato le porte chise del giornale.
Sull’argomento è intervenuto il presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli che scrive: «Sciolta la società e sospese le pubblicazioni de La Città di Salerno . Siamo tutti fuori – Sos informazione da Salerno – Emergenza democratica nel Mezzogiorno»
“Scioglimento volontario anticipato della società Edizioni Salernitane srl e sospensione delle pubblicazioni della testata giornalistica La Città di Salerno con conseguente interruzione di tutti i rapporti di lavoro ad oggi in essere”: è questo l’oggetto della lettera che le Edizioni Salernitane hanno inviato, tra gli altri, al sindacato Sugc, nella persona di Claudio Silvestri, al CdR della redazione, alla Fistel Cisl, rappresentata da Antonio Abagnara.
La proprietà aziendale ha anche disposto la sospensione delle pubblicazioni con decorrenza immediata. “Ci hanno informati di tornare al tavolo delle trattative – spiega Claudio Silvestri, segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania – in tempi strettissimi. Vigileremo affinché questa operazione non sia la premessa per far rinascere con altra società la testata.
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Il signor “ministro del lavoro” se la viene a fare un’altra passerella da queste parti? O tutto sommato al regime sta bene che sia stato perpetrato un’altro smacco al diritto all’informazione?
sALVE , FERMO RESTANDO CHE LA VICENDA è DELICATA E DOLOROSA, ma perchè si cita sempre il governo lo stato la regione, ‘? le attività privete sono private se guadagnano bene se perdono chiudono… il diritto d’informazione non c’entra… è una vicenda spiacevole che parte da 4 licenziamenti , giusti o ingiusti,non lo so,ma i giornalisti hanno deciso di adottare una protesta dura, coraggiosa,ma ogni azione genera una reazione e bisogna essere responsabili e portare avanti la prpria idea, adesso nei Tribunali del lavoro. E qui altra polemica sulla lentezza della giustizia. Ai posteri l’ardua sentenza ,con affetto Edo speriamo bene.