L’incontro è stato però pilotato, è stato negato agli studenti in sala non previsti dalla scaletta di intervenire e inoltre le domande sono state prestabilite non dando la possibilità reale agli studenti e le studentesse di esprimere perplessità rispetto alla gestione del comparto Istruzione da parte dal governo Giallo-verde.Gli studenti però hanno deciso di prendere parola durante il convegno ponendo le loro perplessità.
“Dopo i tagli in legge di bilancio e le dichiarazioni vergognose del Ministro Bussetti sul Sud continua la delegittimazione degli studenti come un interlocutore reale- dichiara Manuel Masucci, Coordinatore Regionale dell’Unione degli Studenti Campania-non possiamo decidere sui fondi, non possiamo decidere sulla didattica e contemporaneamente in parlamento discutono dell’autonomia differenziata che aumenterà il divario fra le scuole del Nord e le scuole del Sud. Inoltre al momento della contestazione Luisa Franzese, presidentessa dell’USR Campania, ha zittito una studentesse dichiarando che “parla lei”.
Ci mobliteremo contro il modello calato dall’altro che il MIUR sta provando a imporre all’sistema scolastico!”Dichiara Simone Zampella, segretario della CPS Caserta e miliante di SCIRA,che dal palco del convegno interviene ponendo una questione : ” Dovevo porre una domanda già prevista, ma ho preferito mettere in luce le perplessità che gli studenti e le studentesse hanno espresso nelle tante mobilitazioni.
Volevo sapere perchè gli studenti non venissero presi in considerazione, mentre la condizione delle nostre scuole peggiore il Ministero continua a fare passerelle. Abbiamo mandato oggi un messaggio al Ministro Bussetti facendogli notare che l’unico modo per risolvere la situazione delle scuole del Sud sono i finanziamenti!”
Dichiara Federica Fiorentino presidente della CPS Caserta e militante di SCIRA: “Avevo provato a porre in Coordinamento Regionale le perplessità degli studenti ma le domande sono state modificate o eliminate perchè polemiche. Ci chiedevamo come fosse possibile attuare una tale riforma dell’esame senza consultare prima gli studenti e soprattutto riprendendo il modello invalsi fortemente contestato.
Questo Governo si dichiara un esecutivo di partecipazione, ma il carattere antidemocratico di questa riforma accerta che il confronto con gli studenti non è la proiorità. Per noi la priorità sono i fondi all’istruzione e oggi la partecipazione ce la siamo creata noi dal basso!”
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