Mentre sull’operazione hanno acceso i riflettori Consob e Antitrust, le organizzazioni sindacali, lo scorso 4 febbraio, al ministero dello Sviluppo economico, hanno ottenuto lo stop, almeno temporaneo, della procedura di licenziamento collettivo scattata per i circa 80 lavoratori del sito di Battipaglia, destinato alla chiusura.
Chiusura ribadita anche nel vertice odierno, quando i rappresentanti del colosso indiano hanno proposto il mantenimento del solo stabilimento di Brindisi, una soluzione tampone per Terni e la chiusura di Battipaglia.
E’ scattata unanime la risposta delle tra Regioni coinvolte – Campania, Umbria e Puglia – insoddisfatte dalla proposta dell’azienda. La campania non può consentire la chiusura dello stabilimento della Piana, l’Umbria non si sente garantita nel medio-lungo periodo e la Puglia minaccia di ritirare i fondi promessi.
E mentre Treofan e Jindal continuano a spostare incessantemente le tessere del mosaico degli ordini e quindi la produzione da un sito all’altro, alimentando un senso di profonda incertezza anche negli stabilimenti ancora operativi (il management, parla di ‘migliore pianificazione degli ordini’ e sovente sposta le produzioni, dal sito Treofan di Terni agli stabilimenti Jindal, che possiede linee gemelle, ma con maggiore capacità produttiva, in Belgio e a Brindisi), si fa strada l’idea di cercare un terzo soggetto cui proporre l’acquisto dello stabilimento battipagliese.
Fonte LiraTv
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