All’appuntamento di ieri nessun piano industriale degno di questo nome è stato presentato, confermando che Jindal sta dismettendo le sue sedi in Italia con l’unico interesse di mungere finanziamenti a più non posso dalle casse di Stato e Regione, alterando il regime della concorrenza, salvo desertificare il panorama dell’industria italiana.
La chiusura dello stabilimento di Battipaglia, unico in Italia per determinate tipologie di lavorazioni dei film plastici, costituisce un vero e proprio paradosso, tenuto conto che il gruppo subirà un calo notevole della redditività per via del ricorso a fornitori terzi, e non certo una salvifica riduzione dei costi”. Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano e la deputata M5S Anna Bilotti.
“Parliamo di un’azienda che, come altre che hanno beneficiato alla stessa maniera di aiuti di Stato, non si sono mai preoccupate di mettere in campo piani industriali seri e a lungo termine, che avessero tra i requisiti la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Continueremo a fare pressione affinché ogni singolo euro concesso a questi presunti imprenditori venga ridiscusso in funzione della gestione volutamente fallimentare degli impianti condotta fino ad oggi. Nel contempo, continueremo a porci alla testa dei lavoratori, per i quali sono in corso procedure di licenziamento senza alcuna motivazione che riconduca a crisi aziendali certificate”.