Ma partiamo dal principio. Il documento, in premessa, fa riferimento “all’utilizzo improprio delle leggi 833/78 e 328/00 ed il praticare da parte dei comuni l’utilizzo di delibere che permettono l’utilizzo di voucher da assegnare alle famiglie e da spendere esclusivamente a favore di specifiche cooperative favorendo una discriminazione evidente nei confronti dei professionisti unici ad essere, ad oggi, davvero correlati all’autismo”.
Non solo. I riferimenti da cui si parte sono molteplici. Tra le richieste avanzate dalle associazioni, che continuano la loro battaglia per vedere attuato un progetto di vita condiviso dagli attori in campo (Asl, Comune, Scuola) e coordinato dall’azienda sanitaria locale.
I genitori chiedono innanzitutto “la costituzione ed avvio della short-list temporanea con l’inserimento di tutte le figure di riferimento” e vogliono “conoscere come da verbale del 7 gennaio la tempistica per la short list definitiva con la garanzia della continuità assistenziale”.
Sempre all’Asl si chiede di conoscere la durata del progetto pilota, il numero di partecipanti, il plafond stanziato, la partenza e la durata del corso di formazione per tutte le manifestazione di interesse, che tipo di utilizzo se ne avrà e le azioni post progetto pilota e “di ricevere entro una settimana – è scritto nel documento – la comunicazione inviata agli altri enti (Comune, Scuola) per l’avvio del Progetto Pilota, per la predisposizione di un glho straordinario che recepisca la “presa in carico globale” per la costituzione di una rete educativa che intervenga nei diversi ambienti di vita del soggetto autistico”.
Quanto al progetto pilota le associazioni chiedono di conoscere ed avere la documentazione amministrativa completa. E veniamo a uno dei nodi cruciali. Nel documento si chiede “di modificare ed inserire nella delibera del 25 ottobre, la prescrizione di un monte ore globale definito che valuti la reale esigenza individuale con superamento del criterio anagrafico, formulazione di uno schema valutativo personalizzato più adeguato alla complessità del problema, la specifica del processo da attuare (diagnosi, prescrizione, piano globale, monte ore globale per casa, scuola e sociale, individuazione delle figure specialistiche inserite nella short list, costruzione team che opera nei diversi ambienti di vita, raccordo con scuola-Miur per scelta docenti di sostegno, corpo docente, formazione classe, inserimento nel Ptof di progetti scolastici ed extrascolastici per favorire autonomie ed inclusione, collegamento intra scuole per favorire progetti ponte, pragmatici, per facilitare l’inserimento nella nuova scuola, coinvolgimento diretto del comune, assessorato pubblica istruzione ed assessorato politiche sociali, per condividere al l’atto della programmazione la cogestione delle risorse impegnate”.
Altro aspetto importante è quello in cui si fa richiesta di interagire con l’Inps per facilitare erogazione di indennità di pensione, di organizzare la visita per l’invalidità, di riconoscimento o di controllo, nei tempi funzionali all’avvio dell’anno scolastico per garantire, nei termini, la richiesta da parte della scuola della docente di sostegno.
Ultime tre richieste: prevedere per la prescrizione del piano globale una nuova documentazione idonea per la prescrizione Aba e per la attualizzazione del progetto globale; presenza all’interno degli Npia di figure specialistiche Aba; uniformare l’intervento nei diversi distretti e garantire il monitoraggio dei singoli interventi. L’Asl stavolta darà una risposta o continuerà a fare melina per guadagnare tempo? I genitori, dal canto loro, nell’attesa continuano a provvedere in proprio alle esigenze dei propri figli e, forse, devono sperare di vivere fino a 150 anni per poterli sempre accudire. Se questi sono i tempi dell’Asl.
Fonte Le Cronache in edicola giovedì 21 febbraio 2019
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