Con la cessione di Riccardo Bocalon al Venezia, la Salernitana si è privata dell’unico attaccante che, fino a gennaio, era stato in grado di assicurare reti (5) con una certa continuità, pur non avvertendo attorno a sé la completa fiducia di allenatore e società (in 18 gare ha giocato di media appena 52 minuti).
In organico i granata hanno invece mantenuto Orlando (che ha raccolto solo le briciole in termini di minutaggio), Rosina (che ha trascorso più tempo in infermeria che in campo), Vuletich (volenteroso, ma tutt’altro che efficace in zona gol), Djuric (l’ombra del giocatore ammirato al Cesena), sebbene nel girone d’andata non fossero riusciti a mettersi in mostra, magari confidando proprio nella loro voglia di riscatto.
La società ha deciso di puntare con forza su Jallow, riscattato dal Chievo e sicuramente più in palla rispetto all’avvio di stagione, e sull’ultimo arrivato, Emanuele Calaiò: al rientro dopo la squalifica, l’Arciere a 37 suonati è elemento in grado di assicurare gol e peso specifico in area di rigore, ma di certo quando ci sono da affrontare dei tour de force come quello sostenuto dai granata negli scorsi 10 giorni, non potrà essere sempre in campo e lì Gregucci dovrà essere bravo sia a gestire le sue energie sia ad individuare alternative adeguate. Il rebus non è di facile soluzione: non a caso tra le prime dieci della classifica, solo il Cittadella ha segnato meno (28 gol) dei granata (31). Addirittura in coda c’è chi, il Foggia, 16esimo in classifica, ha realizzato un numero di reti maggiore (34).
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