Il suo sogno di maternità si è avverato lo scorso 15 febbraio quando, dopo essere stata seguita dal professore Raffaele Petta, Direttore dell’Unità operativa “Gravidanza a rischio” dell’Ospedale “Ruggi” di Salerno, che ha preso in cura la paziente monitorando costantemente la delicatissima gravidanza, ha potuto finalmente stringere al petto la sua bambina, un miracolo di un chilo e 980 grammi venuto alla luce grazie all’equipe diretta dal Primario professore Raffaele Petta e composta dal dottor Mario Polichetti,dal dottore Joseph Allegro, dall’ostetrica Patrizia Santoro e dagli anestesisti Teresa Di Gennaro e Flora Minichino.
E’ una storia a lieto fine quella che vede protagonista un’avvocatessa salernitana che, con il parto, ha vinto la scommessa più importante della sua vita, riuscendo a portare a termine quella gravidanza ritenuta impossibile da molti dei ginecologi che l’avevano avuta in cura e che già da tempo, vista la complessità del quadro clinico della donna, volevano procedere ad un’isterectomia per rimuovere l’utero. Madre e figlia stanno bene e, presto, potranno tornare a casa.
Il calvario per la professionista salernitana è cominciato molti anni fa quando scoprì di essere affetta da fibromatosi uterina, una patologia che provoca la continua formazione di numerosi miomi all’interno della cavità uterina.
«La paziente – spiega il professore Raffaele Petta, Direttore dell’Unità “Gravidanza a rischio e Diagnosi Prenatale” del Ruggi d’Aragona, nel cui Reparto si assiste ogni giorno a decine di piccoli miracoli – è stata costantemente monitorata attraverso tutti i controlli del caso: le maggiori difficoltà erano legate alla condizione dell’utero, che rischiava di rompersi in qualsiasi momento e alla presenza della placenta accreta, cioè la placenta che si infiltra nella parete dell’utero e non si stacca dopo la nascita del bambino. Si tratta – prosegue il Primario – di una patologia che, sulla scala del rischio, appare molto grave facendo registrare un tasso di mortalità che si aggira tra il 7 e il 10%».
Con l’ennesimo intervento miracoloso, il Reparto di “Gravidanza a rischio” del Ruggi di Salerno si conferma centro d’eccellenza a livello nazionale e non è infatti un caso che, proprio al Ruggi, sia stata “dirottata” una paziente con una gravidanza gemellare molto delicata dovuta alla presenza di una sola placenta e con flusso patologico.
«La paziente – spiega il professore Petta – si era rivolta ad un Centro specializzato di Milano che l’ha invece indirizzata al nostro Reparto ritenendolo adeguato in relazione alla complessità del quadro clinico».