Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Salerno, Alfonso Scermino, ha inflitto a D. C 40 anni, di Salerno la condanna a 4 anni di reclusione e il pagamento di un’ammenda di 14mila euro. L’uomo, difeso da Giovanni Fava, aveva scelto di essere giudicato con il rito dell’abbreviato.
Il pubblico ministero al termine della requisitoria aveva chiesto la condanna a 6 anni di reclusione oltre al pagamento di una sanzione pari a 26mila euro. I fatti risalgono al settembre del 2018, quando i carabinieri della compagnia di Salerno procedettero ad una perquisizione dell’abitazione in cui D. C. era ristretto al regime degli arresti domiciliari. L’imputato viveva con il fratello A. C. e con la madre.
A seguito della perquisizione, i militari, nella stanza di D.C. rinvennero numerosi “pallini” di crack e di cocaina dalle quali sarebbe stato possibile ricavare numerose dosi. Inoltre, furono rinvenuti dei fogli con sopra appuntati nomi e cifre. L’uomo per difendersi affermò che la sostanza stupefacente era del fratello.
Cosa questa che successivamente confermò anche il congiunto. Il rinvenimento della droga nella sua stanza costò a D. C. la revoca del beneficio dei domiciliari. Infatti, ammanettato fu trasferito nel carcere di Vallo della Lucania.
Fonte: Le Cronache
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