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Randagismo e cura degli esseri viventi nel Vallo di Diano

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Ogni inizio di primavera, il fenomeno del randagismo torna a esplodere nel Vallo di Diano. Nonostante alcuni altisonanti proclami, non si riesce a venire a capo di questa spinosa e delicata questione. Il cuore di alcuni cittadini del Vallo di Diano, tuttavia, è grande. Tanto che questi riescono a prendersi cura di intere cucciolate di randagi, di farli curare e di tenerli definitivamente o temporaneamente in custodia: è succeso da ultimo a Fonti di Sala Consilina. Chi scrive il presente comunicato è egli stesso custode di due fratellini raminghi strappati a una dura esistenza vagante qualche anno fa. Molti danno una mano come possono sui “social” per segnalare la presenza di cuccioli a chi volesse ospitarne uno. Ma è poca cosa, perché tutte le campagne di monitoraggio e cura e le relative misure di mitigazione del fenomeno sembrano essere ferme al palo. E questo a danno dei cittadini e a danno degli stessi randagi.

Per quanto riguarda il disagio provocato alla cittadinanza, possiamo dire che, negli anni scorsi si sono registrati episodi di attacco a persone e ad animali da allevamento da parte di branchi di randagi. Per quanto concerne i danni provocati a questi esseri vaganti, diciamo che da ultimo si sta assistendo ad un crescendo di atti scellerati nei loro confronti. Appartiene, infatti, alla cronaca di questi giorni il ritrovamento di cinque cuccioli avvelenati a Polla, in pieno centro storico. Una cagnetta incinta è stata sparata a pallettoni a Sala Consilina poche settimane fa. La nostra associazione, nel condannare fermamente tali spregevoli atti, sottolinea che l’art. 544-bis del codice penale così recita: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni”. Si spera che le indagini condotte dalla Magistratura su questi episodi possano portare a individuare e punire i responsabili di questi atti criminali. Tuttavia, anche dopo l’eventuale arresto di questi individui, il problema resterà aperto, se non si prenderanno provvedimenti seri e duraturi.

Vorremmo inoltre aggiungere che lo spargere esche avvelenate, oltre a colpire i cani randagi, può mettere in serio pericolo anche l’incolumità di persone e bambini che dovessero accidentalmente venire a contatto con tali sostanze. Ed ecco che si sente bisogno di una seria azione di responsabilizzazione sia del cittadino medio sia del cittadino amministratore; quest’ultimo, in particolare, dovrebbe mettere in campo risorse ed energie per affrontare e risolvere il problema. Infatti, in una comunità di persone si possono educare le giovani generazioni al rispetto degli esseri viventi, si possono sensibilizzare gli adulti a una più consona condotta nei confronti degli esseri vaganti, si può dibattere civilmente sui problemi e, laddove qualcuno dovesse dire qualche “fesseria”, si può anche tentare di correggere l’interlocutore con pacatezza.

 

Si ricorda infine che nel 2009, esattamente dieci anni fa, venne annunciata la posa della prima pietra del canile comprensoriale, in piena campagna elettorale, dall’allora uscente (ma poi comodamente rientrante, poi ulteriormente confermata ed oggi in attesa di ulteriore riconferma) amministrazione comunale di Sala Consilina. Al momento non si hanno notizie sul funzionamento di tale struttura e forse la stampa libera potrebbe ragguagliare il cittadino medio sullo stato dell’arte. Tutto ciò nell’interesse superiore del sereno vivere di tutti noi umani con tutti gli essere viventi, anche quelli vaganti, di questo nostro pianeta Terra, straordinaria astronave che viaggia a una velocità di circa 30 chilometri al secondo intorno al Sole.

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