L’Associazione Sanità Privata Accreditata Territoriale ha prodotto un report concernente il monitoraggio dei tetti di spesa del primo trimestre 2019, con la specifica al giorno 9 marzo, per ciascuna Asl e per ciascuna branca specialistica dell’interruzione delle prestazioni.
“Dall’analisi si evidenzia, con estrema chiarezza , che – sottolinea il direttore Gaetano Gambino – in quasi tutte le Asl, ad eccezione di Avellino e Benevento, alla data attuale, risultano già esauriti in particolare i budget del laboratorio di analisi, della cardiologia e della radiologia, che rappresentano i maggiori volumi di prestazioni richiesti dai prescrittori”.
Gli effetti, secondo gli studi e l’esperienza Aspat, si concretizzeranno nella rinuncia alle cure ed alla prevenzione, con costi che saranno maggiori per il pubblico, e con ulteriore ingolfamento delle liste di attesa.
“Anche quest’anno si conferma come lo Stop erogativo – sottolineano i vertici Aspat – riguardi 30/45 giorni a trimestre in analogia agli anni precedenti e quindi si verificherà ancora tre volte nel corso 2019”. Alcuni esempi: la speciali tica ambulatoriale per la radiologia si è interrotta il 25 febbraio ad Avellino, il 1 marzo a Caserta, il 23 febbraio a Napoli 1 centro, il 2 marzo a Napoli 2 Nord, il 27 febbraio a Napoli 3 Sud, il 4 marzo a Salerno e si bloccherà il prossimo 12 marzo a Benevento.
Drammatico il quadro per la cardiologia. A Napoli 1 centro il blocco è al 16 febbraio, alla Napoli 2 Nord al 18 febbraio, all’Asl Napoli 3 al 26 febbraio ed a Salerno è al 9 marzo. Sul punto il Presidente Pierpaolo Polizzi rilancia ancora “è necessario programmare bene il fabbisogno. Questo eviterebbe gli ‘stop and go’ non più sopportabili dai cittadini e dalle strutture”.
“Abbiamo valutato – aggiunge -positivamente la circolare Postiglione, direttore generale della Regione, che ha accolto la proposta ditetto unico regionale di branca (Turb), così disponendo la cessazione contemporanea dei limiti di spesa di ciascuna branca/Asl, restituendo responsabilità in capo ai medici prescrittori e stroncando l’incivile fenomeno della transumanza degli assistiti in mobilità passiva”.
“Bene – conclude il Presidente Aspat – ma come abbiamo ricordato giovedì scorso, in conferenza stampa, ora bisogna battersi per una corretta definizione del fabbisogno prestazionale prodromica ai tetti di spesa e secondo normativa, cioè contemperando sia la spesa storica/Lea che la rimodulazione delle quote e degli indici di deprivazione”.