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Parte da Mercato S. Severino risposta a rischio cementificazione

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Nel giorno in cui in tutto il mondo si è celebrato il “Fridays for Future”, anche Mercato
S. Severino ha risposto presente, accogliendo l’invito dell’adolescente attivista svedese
Greta Thunberg, promotrice del movimento per la tutela ambientale.

Ed è proprio di ambiente che, venerdì 15 marzo 2019, si è discusso nell’incontro dal
titolo “Terra Madre”, organizzato dall’Associazione “SUD 2.0” coordinata dal dott
Antonio Genzano, tenutosi presso l’Oasi della Sibelluccia, luogo simbolico del territorio
comunale di Mercato S. Severino, noto per la preservazione di un ambiente naturale e per
la presenza di numerosi terreni agricoli che producono lavoro e reddito a chilometri zero.

Una sfida che, l’Associazione locale “Amici della Terra”, presieduta da Gerardo Fenza,
coordinatrice del dibattito di venerdì scorso, sta portando avanti con decisione anche in
risposta al rischio di una cementificazione selvaggia, che attraverso la progettualità
inserita nel P.U.C. (Piano Urbanistico Comunale) rischia di cancellare ettari di terreno,
che attualmente costituiscono la vera ricchezza di questo territorio.

L’incontro, che ha goduto dell’alto patrocinio dell’Università degli Studi di Salerno, ha
attirato l’interesse di circa 200 persone e ha visto la partecipazione di illustri personaggi
del mondo imprenditoriale, istituzionale e associazionistico, tra cui: il coordinatore del
“Gal Irno Cavese” Giovanni Giuliano; il Presidente del Consorzio Produttori Vini
Salernitani “Vita Salernum Vites” e vignaiolo Eroico Doc Costa D’Amalfi Andrea
Ferraioli; il Consigliere Nazionale di Confagricoltura dott. Rosario Rago; il Presidente
dell’Associazione “Natura e Cultura” Giovanni Sessa; il Presidente dell’Associazione
“Alfonso Gatto” Luca Picarella e tanti altri.

Il dibattito, introdotto dai saluti del Presidente onorario di “Amici della Terra”, Antonio
Napoli, ha permesso ai relatori di illustrare le loro esperienze di vita e di lavoro per
promuovere e sviluppare il concetto del binomio natura-cultura, finalizzato a una logica
di preservazione ambientale, che consente, altresì, di creare concrete opportunità di
lavoro anche per i giovani.

Emblematica la testimonianza di un giovane laureato, Daniele Picarella, che dopo gli
studi accademici ha deciso di mettere in piedi un allevamento di api. Attività, quella
dell’apicoltore, che consente a questo ragazzo di vivere dignitosamente e, probabilmente,
di ottenere degli introiti e delle soddisfazioni superiori a quelli che avrebbe ricevuto se
avesse accettato proposte di lavoro a tempo determinato, che spesso vengono avanzate a
giovani laureati.

Il messaggio, che i soggetti intervenuti nel dibattito hanno voluto lanciare è proprio
questo: in un’epoca, come quella attuale che stiamo vivendo, con repentini stravolgimenti
climatici nel corso dei quali si assiste a una sorta di ribellione di madre natura, c’è
necessità di rilanciare la cultura della “terra”, intesa come una rinnovata opportunità
occupazionale e di produzione reddituale a impatto zero.

Un obiettivo, questo, che potrebbe essere raggiunto con il supporto di cultori dei modelli agricoli, da diffondere a partire dalle scuole inferiori fino a quelle di grado superiore per giungere poi all’ambito accademico, all’interno delle Università.

L’Oasi della Sibelluccia è, appunto, un luogo simbolo del territorio della Valle dell’Irno.
Piuttosto che abbattere e spianare centinaia di ettari di terreno per sostituirlo con strade,
edifici o piattaforme logistiche, bisogna creare le condizioni per la diffusione di
un’economia circolare attraverso forme di incentivi nei confronti dei giovani che
intendono avviare un’attività agricola, di coltivazione di un prodotto o di allevamento di
animali, nel rispetto delle normative vigenti in materia.

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