E pensare che quella coca così pura, una volta raffinata, tagliata e ridotta in dosi, avrebbe fruttato sul mercato al dettaglio oltre duecentomila euro. Troppi, sicuramente, per rendere credibile il ruolo solitario della coppia arrestata a Giovi. A valle come a monte di questi due ragazzi dev’esserci qualcos’altro ma soprattutto qualcun altro.
Si è pensato a raffinatori di stupefacenti inseriti in una rete criminale più solida; ma non va trascurato il canale di approvvigionamento dello stupefacente. La strada più facile porta all’hinterland napoletano, ma anche il porto di Salerno non scherza in quanto a crocevia del traffico di droga internazionale.
Proviamo a capire cosa sta accadendo, a Salerno città, facendoci aiutare dall’ultima relazione sulla Giustizia. Per un verso, appare immutato il numero di iscrizioni per reati di droga (poco più di 140), il che conferma l’endemica diffusione del commercio e del consumo di sostanze, contrastato da indagini che scoprono a volte vere e proprie- seppur rudimentali- associazioni finalizzate allo spaccio.
E qui entra in gioco la Procura distrettuale, che- di fronte a clan emergenti- mappa la presenza di almeno 22 sodalizi camorristici, con nuove zone di influenza, operatività criminale e organigrammi inediti. E se da un lato gli arresti di elementi di spessore hanno affievolito il potere di questi gruppi, dall’altro il traffico e lo spaccio di droga con reti anche internazionali costituiscono ancora oggi il tradizionale appannaggio dei clan.
Infine, delle tre macro-aree criminali del salernitano, quella che preoccupa di più (oltre alle coste cilentana ed amalfitana e all’agro nocerino-sarnese) è proprio la zona urbana di Salerno. Qui l’assestamento degli equilibri criminali è legato sempre al fenomeno della droga e non si è esitato- per questo- a sparare e ad uccidere.
Fonte LIRATV