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‘Ass. Io Salerno’: L’Autorità Portuale, il Porto e la città violata

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In un articolo de “il Denaro”, in data l8/01/2018, venne pubblicata una dichiarazione del Segretario della A.P., ing. Messineo, sulla realizzazione, nell’area dello scalo commerciale, di un garage multipiano destinato allo stazionamento di vetture e furgoni in attesa dell’imbarco. Rispetto ai 600.000 veicoli annui movimentati oggi, si potrebbero così raggiungere almeno le 800.000 unità. Inizio lavori 2019.

Quindi, premesso che un autoarticolato per il trasporto di auto, una “bisarca”, può trasportare fino a otto vetture o 4 furgoni, assumendo un valore medio di 6 unità per viaggio, si avrà un incremento annuo dei trasporti su gomma dagli attuali 100.000 (600.000:6) ad almeno 133.300 (800.000:6).

E, poiché le bisarche entrano piene ed escono vuote, aumenteranno anche i “passaggi”, da 200.000 (100.000×2) ad almeno 266.000 (133.300×2). Su 250 giorni lavorativi annui, ciò significa che transiteranno almeno 1.060 bisarche al giorno (266.000:250) e che, sommate ai tir dei container e delle merci varie, avremo un totale di “andirivieni” compreso tra i 3.000 e i 4.000 autocarri.

Ripetiamo: dai 3.000 ai 4.000 autocarri al giorno. La cifra è abominevole, ma è matematica. Chiediamo a chi ne sappia più e meglio, di chiarire.

E tutto questo, passando sul viadotto Gatto del quale, a distanza di sei mesi dall’avvio delle verifiche, ancora non si conosce il livello di affidabilità.

Ci asteniamo da ogni commento sulle due “camere a gas” in costruzione (Porta Ovest). Lo abbiamo già fatto (cfr. pagina FB). Manifestiamo solo comprensione per i poveri autisti di auto, autobus e autocarri che si troveranno ad attraversare un budello di due chilometri. Cosa succederà in caso di incidente? O di inevitabili rallentamenti in prossimità delle uscite? Non li invidiamo. Preghiamo chi fosse in grado di fare qualcosa, di farlo. Finché si è in tempo.

Comunque, secondo il progetto approvato dalla A.P., il multipiano avrà una altezza di 10,60 m, cioè quanto un palazzo di tre piani, con una superficie, in pianta, di 25.735 mq. Per i tre livelli, sono previsti oltre 63.000 mq totali (fonti diverse internet).

Considerato che un campo di calcio si estende per circa 7.000 mq, vuol dire che, in pianta, si realizzerà un fabbricato di cemento e ferro grande quanto circa 4 campi di calcio. Il tutto sotto il costone dell’Olivieri, luogo simbolo del territorio cittadino che dovrebbe essere oggetto di rispetto, di tutela e di valorizzazione in chiave turistica.

Noi non siamo contro le attività portuali. E, anzi, riteniamo che siano una buona fonte di lavoro per la Città. Tuttavia, pensiamo debbano essere svolte non prevaricando gli interessi della collettività o mettendo in pericolo la sua salute. Lo prevede anche l’art. 41 della Costituzione.

Una struttura imponente, come quella descritta, andrebbe ben posizionata negli smisurati spazi di Marcianise o Nola, non in un Porto che, per la insipienza di chi lo decise, è posizionato in un “cul de sac” (alla francese) senza uscite.

Diceva Totò: “è la somma che fa il totale”. E, purtroppo, molti “pesi” si stanno sommando sulla Città accrescendo un totale che può divenire mortale. Perché, caricarla oltre le sue capacità di assorbimento, ne causerebbe la morte. E, infatti, la stiamo facendo morire.

Se le Fonderie sono ritenute inquinanti, il Porto non lo è da meno. Polveri, polveri sottili, sbriciolamenti di pneumatici, onde di calore emanate dai motori, onde sonore dei clacson, rumori ad ogni ora del giorno e della notte, sono tutti elementi inquinanti, soprattutto per i residenti. Si ha idea di cosa “possono espellere” 3.000 o 4.000 camion in un giorno? Venerdì 15 è stata dichiarata l’adesione della politica cittadina alla lotta per la tutela del mondo, privo di un lato B. Che senso ha, una tale posizione, se poi si consentono simili contesti? Neppure la nostra Città ha un lato B!

Il Porto non deve essere chiuso. Pensiamo sia da specializzare. E, comunque, deve rispettare il principio della “compatibilità” con le caratteristiche del territorio del quale deve essere parte in quota paritaria. E, invece, i progetti dell’A.P. sembrano orientati ad una aperta disparità.

Il nuovo Piano Regolatore (PRG) 2016, deliberato anche dal nostro Consiglio Comunale (n. 23 del 21/04/2016) prevede, infatti, nuove superfici operative per 89.730 mq e nuove banchine per ormeggi per 1.678 ml. In sintesi: il tombamento di specchi di mare mediante colate di cemento per circa 9 ettari, corrispondenti a 12 campi di calcio.

Nelle more della sua approvazione, sulla quale non abbiamo notizie, un adeguamento dello scalo rispetto al Piano Regolatore del 1974 è, comunque, in atto a seguito di un provvedimento di “Adeguamento Tecnico-Funzionale” deliberato dalla A.P. il 02/03/2010, approvato dal Consiglio Superiore LLPP (n. 53 del 27/10/2010) e dalla Regione Campania (n. 3 del 10/02/2011), finalizzato ad allineare lo scalo alle nuove esigenze del commercio marittimo.

Con una parte di lavori già avviati e altri in itinere, esso prevede (salvo errore) l’allargamento dell’imboccatura di ingresso, l’approfondimento dei fondali fino a 14 m, il prolungamento del Molo Trapezio fino a una lunghezza di 510 m per banchina, il prolungamento del Molo Manfredi di 180 m, e altre opere minori. In sintesi: il tombamento di uno specchio di acqua di circa 7 ettari, da fare subito, rispetto ai 9 programmati nel PRG 2016.

Certo, arriveranno le navi da crociera. Saranno benvenute. Ma arriveranno anche navi in grado di trasportare 14.000/15.000 container. A viaggio. Quante altre migliaia di autocarri dovranno essere usati per la movimentazione?

E’ giusto che l’A.P. possa decidere del territorio e dell’ambiente avendo esclusivo riguardo ai “vantaggi economici di portatori di interessi privati”?

L’A.P. è un Ente con personalità giuridica di “diritto pubblico” incaricata della gestione di un “bene pubblico” nell’interesse dei suoi “proprietari pubblici”. Che siamo noi, cioè la intera Comunità.

E, quindi, dovrebbe tutelare proprio gli interessi della Comunità. Che non sono esclusivamente economici, ma sono anche quelli di vivere in un ambiente ordinato, sano, pulito, non inquinato, immune da veleni, senza pericolosi condizionamenti, perché “la qualità della vita è un bene primario per chi la vita la vuole vivere da essere umano”. Non da “morto vivente”.

Noi speriamo che sull’argomento possa essere aperto un confronto “onesto e serio” tra coloro che sono veramente interessati al futuro della Comunità e in grado di valutare i progetti con la “politica dell’amore”. Tra questi, dubitiamo possa essere annoverata l’Autorità Portuale. Che, purtroppo, è in “buona compagnia”.

Questa Città ha bisogno di amore.

 

e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com

pagina fb: Associazione io Salerno

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