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Salernitana: faccia a faccia tra Gregucci e la squadra a San Gregorio Magno

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Le voci di dentro le hanno sentite solo loro, i giocatori, il mister e il direttore. Nessuno mai potrà dirci cosa si saranno mai detti nel chiuso degli spogliatoi a San Gregorio Magno. Gregucci che è un abile oratore sa bene che contro il Venezia si gioca tutto. In gioco, però, non c’è soltanto la posizione dell’allenatore ma il destino della Salernitana in questo campionato.

Un passo falso contro i lagunari non solo certificherebbe la crisi ma spingerebbe la Salernitana in piena zona retrocessione con un calendario da brividi: trasferta ligure a La Spezia e match casalingo con il Cittadella con in mezzo il pit stop imposto dal campionato.

La media della Salernitana di Gregucci è da retrocessione 14 punti in 13 gare, frutto di 4 vittorie, 2 pareggi e 7 sconfitte (le ultime 3 consecutive) e sempre nelle ultime tre sei i gol subiti ed appena uno quello realizzato da Casasola a Perugia. Il mal di gol non è il male di stagione di questa Salernitana che tira poco in porta e quando lo fa, vedi Livorno nel secondo tempo la mira lascia a desiderare. La gara con il Venezia
non è una partita, ma la partita.

Novanta minuti per scacciare i fantasmi nel deserto dell’Arechi. La Curva Sud Siberiano ha confermato la diserzione sabato 30 marzo. I tifosi si ritroveranno all’esterno dello stadio per lanciare un segnale forte alla società dopo le continue mortificazioni ed umiliazioni in un campionato, l’ennesimo, che avrebbe dovuto raccontare ben altro nell’anno del centenario.

E’ il punto più basso del rapporto difficile tra la tifoseria e la proprietà romana, tra ultras e Lotito. Un film già visto a Roma con Lotito che, nonostante la contestazione andò dritto per la sua strada. Accadrà lo stesso con i tifosi granata? Anche se, è giusto ricordarlo, Salerno non è la Lazio.

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