Consegnati a Sorrento i premi Sirena d’Oro 2019, la kermesse internazionale che incorona i migliori olio Dop, Igp e Bio italiani. Nel corso della manifestazione sono stati diffusi gli ultimi dati raccolti dalla Coldiretti, relativi alla produzione 2018 di olio extravergine made in Italy che crolla del 38%: appena 265 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici.
A pesare sono stati il gelo invernale di Burian e i venti accompagnati dalla pioggia durante la fioritura che hanno ridimensionato pesantemente i raccolti anche se le previsioni classificano l’Italia come secondo produttore mondiale nel 2018/19.
In Campania – stima Coldiretti – si consumano ogni anno 80 milioni di litri di olio extravergine. Nell’ultima annata olivicola 2017-2018 la produzione dell’extravergine è stata di circa 13 milioni di litri con un calo sul potenziale produttivo del 50% a causa dei danni dovuti agli sbalzi climatici che hanno distrutto i frutti già in fase di fioritura (elaborazione Coldiretti/Aprol Campania su dati Ispra). Da questi dati si deduce che nel 2018 la produzione olivicola campana ha soddisfatto il 16% della domanda regionale, ovvero 1 bottiglia su 6; il potenziale produttivo campano è pari a circa il 30% della domanda regionale, pari a 1 bottiglia su 3.
“Occorre investire per difendere il patrimonio olivicolo nazionale e regionale – ha spiegato Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti Campania – visto l’ampio margine di crescita ancora possibile, ma con un piano chiaro che tenga conto delle minacce esterne, come la Xylella e con lo stesso approccio che c’è stato per il vino. C’è un problema diffuso di truffe e di inganno al consumatore, a cui spesso viene venduto olio realizzato da miscele di oli stranieri o rettificati, ammiccando all’italianità, con effetti devastanti sul prezzo per i nostri produttori. Per questa ragione Coldiretti, insieme ad Aprol Campania, sta portando avanti campagne di informazione e avvicinamento all’olio extravergine per trasferire ai consumatori, agli studenti, ai bambini le conoscenze utili a riconoscere, apprezzare e conservare l’alimento più importante della Dieta Mediterranea. E per la stessa ragione sosteniamo la petizione europea Stop Cibo Anonimo, che chiede l’etichettatura di origine obbligatoria”.
La premiazione del Sirena d’Oro, che si è tenuta stamani al Palazzo Comune di Sorrento, è stata preceduta da una tavola rotonda dal titolo “Lo storytelling dell’olio extravergine: amici e nemici del Re della Dieta Mediterranea”, alla quale hanno preso parte Giuseppe Cuomo, sindaco di Sorrento, Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti, Salvatore Loffreda, in rappresentanza della Camera di Commercio di Napoli, Francesco Acampora, presidente di Aprol Campania, Vittorio De Rosa, vice presidente dell’associazione Oleum, Paolo Russo, vicepresidente della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, Colomba Mongiello, relatore della Legge “Salva Olio”, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente del comitato scientifico Fondazione Campagna Amica, Luciano Pignataro, giornalista e food blogger e Maria Rosaria Sica, conduttrice di Alice Tv e direttrice di Cucina al Sud.
Alla presenza delle aziende vincitrici, sono stati assegnate le sculture di terracotta realizzate dal maestro Marcello Aversa. A partire dalle due Sirena d’Oro, per l’olio extravergine di oliva Dop Cilento dell’azienda Piero Matarazzo di Perdifumo, in provincia di Salerno, e per l’evo biologico di Intini, di Alberobello, nel barese.
Sul podio, anche la società agricola Podere Grassi di Greve in Chianti (Fi), con l’olio extravergine di oliva Dop Chianti Classico e l’azienda Tommaso Masciantonio di Casoli (Ch) con la Dop Colline Teatine, che hanno conquistato rispettivamente la Sirena d’Argento e la Sirena di bronzo nella categoria Dop e Igp, mentre l’azienda agricola Donato Conserva di Modugno (Ba) e la società agricola Vernera di Spano & C. di Buccheri (Sr) si sono assicurate, rispettivamente, il secondo e il terzo posto nella categoria Bio.
Altri riconoscimenti sono stati tributati dalla giuria di assaggiatori professionisti, guidata dal capo panel Maria Grazia Barone, all’azienda Intini di Alberobello (Ba) che si è aggiudicato il Premio Gaetano Avallone, intitolato al presidente dell’associazione Oleum, scomparso prematuramente lo scorso mese di febbraio, al quale Tullio Esposito, presidente del comitato esecutivo del Sirena d’Oro ha tributato un toccante omaggio, alla Dop Irpinia dell’oleificio Fam di Ventigano (Av) insignita del Premio Speciale Campania e alla Dop Monti Iblei-Gulfi del frantoio Cutrera di Chiaramonte Gulfi (Rg) che ha conseguito un doppio riconoscimento, il Premio Speciale Sicilia il Premio Speciale della Stampa.
A decretarne quest’ultima vittoria, una giuria guidata dal capo panel Maria Luisa Ambrosino e composta da Eduardo Cagnazzi (Affari Italiani e Roma), Carmela Carrone (Quotidiano del Sud), Angelo Cerulo (Ansa), Annamaria Chiariello (Mediaset), Carmen Credendino (Agenzia Dire), Vincenzo D’Antonio (Italia a tavola), Andrea Docimo (Gambero Rosso e Fermento Birra), Marco Mangano (Gazzetta del Mezzogiorno), Colomba Mongiello (Il Mattino di Puglia e Basilicata), Maria Rosaria Sica (Alice Tv e Cucina a Sud), Kanae Seino (addetto stampa dell’Ambasciata del Giappone in Italia) e Annamaria Tredici (La Repubblica).
L’Istituto alberghiero Marconi di Vairano Patenora, nel casertano, si è invece assicurato il primo posto al concorso “A scuola di olio evo”, una gara di cucina con protagonisti gli oli promossi nell’ambito del Sirena d’Oro, la cui finale si è svolta a Sorrento, presso l’istituto polispecialistico San Paolo.
Ospiti internazionali del contest di quest’anno, le produzioni giapponesi, per il secondo anno protagoniste, questa volta insieme a quelle cinesi e portoghesi. Per le tre sezioni, il Premio Cina è andato all’azienda Lianghan Z Hongre N.T.Koroneiki, il Premio Giappone alla Shodoshima Olive Co. Ltd e il premio Portogallo all’azienda Herdade de Esporao. Premiati anche i vincitori del corso-concorso di potatura dell’olivo ”Mastro Potino”, giunto alla sua V edizione: Giuseppe Fiorentino, Claudio Cosenza ed Antonio Montagna.
Commenta