Dopo l’Identità rubata, l’Ambiente e il paesaggio violato; dopo lo splendido incontro con il filosofo Aldo Masullo e il ricco dibattito sul Porto e il mare; dopo Crisi e rappresentanza dello scorso 18 marzo, l’iniziativa entra nel merito di Legalità e Giustizia, due importanti tematiche del nostro territorio che hanno visto in particolare la nostra amministrazione oggetto di numerosi procedimenti giudiziari. Negli ultimi dieci anni sono stati molti i processi a carico degli amministratori, di dirigenti e funzionari del Comune di Salerno, relativamente a gravi reati contestati e che hanno spesso coinvolto imprenditori e costruttori locali.
Procedimenti in gran parte finiti in archiviazioni, prescrizioni o assoluzioni mentre molte denunce ed esposti di associazioni civiche o di singoli cittadini sono rimasti inevasi.
Al di là delle sentenze e degli esiti giudiziari, restano in ogni caso molti interrogativi sulla storia giudiziaria della politica salernitana, sia nella gestione e nell’affidamento degli appalti (come il recente caso di Luci di Artista), sia nelle regolarità amministrative. Gran parte delle accuse mosse dalla magistratura hanno riguardato situazioni edilizie e reati ambientali nella città, tra cui il caso più noto è il Crescent, l’emiciclo di cemento progettato dall’architetto catalano Ricardo Bofill e di cui sono uscite in questi giorni le motivazioni della sentenza.
L’ultima relazione sull’anno giudiziario nella provincia di Salerno non manca di criticità sul fronte della criminalità organizzata che registra ben 22 organizzazioni criminali presenti nel Salernitano tra capoclan tornati in libertà e nuove leve con “infiltrazioni nella pubblica amministrazione e nelle realtà imprenditoriali più strategiche ed importanti anche sotto il profilo finanziario”, “connessi a grandi investimenti privati o ad appalti pubblici, con fenomeni di corruzione di pubblici funzionari”.
Non mancano inoltre le criticità di organico nei Tribunali del salernitano con ritardi notevoli nell’espletamento dei processi, alcuni di durata ultradecennali o, in materia penale, su reati gravi come usura, violenza sessuale e abuso di ufficio; criticità endemiche a cui si sono aggiunte le problematiche notevoli e più volte denunciate sulla stampa del trasferimento nella nuova sede della Cittadella giudiziaria.
A fronte di tutto questo– lunghezza dei processi, sentenze che non chiariscono tutti i dubbi, prescrizioni e archiviazioni, mancate risposte – spesso il cittadino si sente deprivato di una reale e soddisfacente giustizia.
Di questo si parlerà giovedì 4 aprile alle ore 17.00 all’Archivio di Stato con il prof. Isaia Sales, storico e politico, docente di Storia delle mafie presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli; con il magistrato Aldo De Chiara, già Avvocato Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Salerno; l’avvocato e docente Arnaldo Miglino e Fausto Morrone, ex numero uno della Cgil e consigliere comunale di Salerno. Introduce e modera Marcello Ravveduto, docente a Scienze della Comunicazione dell’Università di Salerno, presidente Coordinamento Libero Grassi.