Site icon Salernonotizie.it

‘Ass. Io Salerno’ Bilancio Comunale: i residui attivi e gli squilibri degli equilibri

Stampa
C’è chi ha osservato, tra i lettori del commento del 27/03, che l’entità di residui attivi del Bilancio Comunale è rettificata dal Fondo svalutazione crediti e che le entrate provengono anche da altre fonti. Allora, ci è d’obbligo approfondire, partendo sempre dagli insegnamenti della nonna.

Ci incuriosiva vedere la nonna, quando incassava le “lirette” per le uova vendute alle “vicine di casa”, mettere una gran parte del danaro in un cassetto (“tiraturo”) e, la differenza, in un altro.

Lo faccio perché tengo conto di chi non potrà pagare. Così, “stipo” una porzione dei soldi per coprire la perdita. Quelli che mi restano sono ben sufficienti per l’acquisto del mangime per le galline, tanto beccano pure l’erba e il granone è nel campo”. La nonna praticava ancora l’economia della guerra. Però, pur con la prima elementare, aveva scoperto il Fondo svalutazione crediti.

Già, perché le regole di contabilità aziendale, introdotte da chi ha studiato di più, dispongono di accantonare annualmente una quota dei crediti di Bilancio al fine di ricondurre la loro entità al livello di prevedibile realizzo. Perché non tutti i debitori pagano. Lo aveva capito anche la nonna.

Solo che, la nonna, i soldi li metteva da parte per davvero, mentre il Fondo è un espediente contabile che vuole “indirettamente” raggiungere lo stesso risultato consentendo di detrarre l’importo accantonato dai ricavi annuali. Così, una quota degli stessi resta messa da parte, ma solo “contabilmente”. Ci fermiamo qui, perché non è facile spiegare il tutto con due parole. E’ però importante far notare che un Fondo, così organizzato, risponde anche a logiche fiscali.

Diverso è per gli Enti Locali. Trattandosi di soggetti territoriali “amministrativi”, obbligati al rispetto dell’equilibrio tra entrate e uscite, nel loro Bilancio il Fondo ha l’intento di garantire la collettività da un possibile eccesso di spesa indotto dalla entità dei “residui attivi”. Se, infatti, tutti i crediti fossero considerati esigibili e fossero globalmente destinati a sostenere le spese, i Cittadini sarebbero chiamati a coprire le future “deficienze” causate da mancati incassi. Il Fondo, quindi, mette un “freno” ai “residui attivi” e ne “depotenzia” la spinta.

In sostanza, dire che nel Bilancio Comunale è presente la “copertura” del Fondo svalutazione non equivale a dire che ci sono soldi da parte, ma che una quota indistinta dei “residui attivi” (e neppure di tutti, infra) è stata resa inefficace. Se, poi, il Fondo si dimostrasse inferiore ai bisogni, si dovrà coprire solo quel “buco” mentre, nella ipotesi contraria, ci sarà un vantaggio che potrebbe tradursi in una minore imposizione futura. Chissà.

Fatta questa premessa, è giusto chiedersi se il Fondo in Bilancio sia adeguato alle necessità.

E a questo, purtroppo, non è possibile dare risposta, perché la percentuale fissata dalla Legge ha valore generale e non può certo tenere conto di specifiche situazioni. Tutto dipende da un accertamento serio e responsabile delle entrate e dalla conseguente qualità dei “residui attivi”.

E qui si passa alla seconda osservazione, sulla presenza di ulteriori entrate rispetto al Titolo I.

Premettiamo che il nostro precedente commento aveva semplificato il discorso per favorirne la comprensione. Adesso approfondiamo. Anche se di poco. Ma nulla cambia.

In relazione alle disposizioni per gli Enti Locali, il Bilancio Comunale è articolato in aree che, sinteticamente, sono dedicate alle Entrate e Spese Correnti, Entrate e Spese in conto Capitale, Sistema dei terzi. Tra esse, per Legge, non possono crearsi “promiscuità”.

Ora, mentre l’area dei “terzi” registra movimenti di somme “non proprie”, quella “in conto Capitale” raccoglie gli investimenti (opere pubbliche) e le relative coperture. Poiché non si investe in assenza di fonti certe, i “residui” sono l’effetto di spostamenti nel tempo di entrate e uscite secondo disponibilità, necessità o convenienza.

Altro discorso va fatto per l’area “corrente”, tenuto conto che le entrate sono incerte nella entità e nei tempi di incasso mentre le spese sono certe nella entità, nei tempi di esborso e, in gran parte, sono anche obbligatorie. Da esse dipende una “decente qualità della vita” della Comunità.

Queste entrate, divise tra i Titoli I, II e III del Bilancio, sono classificate in: proprie (le abbiamo viste Mercoledì scorso); trasferimenti da terzi per la redistribuzione di risorse nazionali o regionali; extratributarie provenienti dagli incassi dei servizi ai cittadini (rette, parcheggi, etc.).

Ciò posto, confrontando al 2017 i “residui attivi”,337.007.037,70, con quelli “passivi”, € 127.142.325,64, si ottiene una differenza positiva di € 209.864.712,06 (fonte: Bilancio 2017).

Se si fermasse ogni attività e si procedesse a “chiudere i conti”, avremmo a disposizione un importo sufficiente a rimettere a nuovo tutta la Città.

Se non fosse che, come per Legge, è stato scritturato un Fondo svalutazione per le voci dei Titoli I e III di € 156.429.479,00. Quindi, l’eccedenza si riduce a € 53.435.233,06.

Se, però, andiamo ad approfondire, verifichiamo che, ai sensi dell’art. 4 del D.L. 23/10/18 n. 119, sono da azzerare le cartelle esattoriali emesse entro l’anno 2010 di importo fino a € 1.000 annui per singolo carico. La scorsa settimana, abbiamo visto che, solo relativamente alle voci per multe, spazzatura, ICI, pubblicità e occupazione suolo, si tratta di ben € 52.238.600,69. In realtà, il totale dei “residui attivi” entro il 2010 corrisponde a complessivi € 110.479.798,07.                  

E, allora: i “residui attivi” non azzerabili sono ancora incassabili? E, ancora: sono crediti vivi o già costituiscono un “buco” nel Bilancio? E, quindi: esiste l’equilibrio nei conti?

Noi pensiamo sia indispensabile attuare un profondo riesame dei “residui attivi”, avviare una efficiente azione di recupero per contrastare ogni possibile squilibrio e verificare che gli importi registrati nei primi tre Titoli siano il risultato di un responsabile accertamento volto a impedire rappresentazioni contabili non aderenti alla realtà. Perché deve pur esserci una ragione se viene introitato, in media, non più del 60% dell’accertato.

In ogni caso, che le difficoltà non siano “presunte”, è dimostrato da alcune tra le varie disposizioni del Collegio dei Revisori al Bilancio 2017: rispettare i termini di pagamento ai fornitori; utilizzare l’anticipazione di tesoreria come da Dlgs 267/2000; rimborsare € 3.041.927,63 dell’anticipo di Tesoreria di € 121 368.188,48: ridurre i “residui”, accrescere gli incassi degli “attivi”, razionalizzare le spese. E altre ancora.

In definitiva, gli equilibri contabili dichiarati nel Bilancio sembrano non confermati dai fatti e sconfessati dalle nuove imposizioni deliberate in punto dal Consiglio Comunale. Ormai siamo ai più alti livelli in ambito nazionale mentre ci battiamo sul fondo della classifica per la qualità della vita.

Noi pensiamo non siano necessari miracoli per avere una Città più ordinata, più pulita, più dignitosa, con più alberi e meno buche, con più servizi e, magari, anche con gli asili gratis per chi non può. Basterebbero scelte commisurate alla “nostra natura e dimensione” e una efficiente gestione della cosa pubblica. Condite, magari, con un poco di amore.

Questa Città ha bisogno di amore.

e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com

pagina fb: Associazione io Salerno

P.S.: tutti i valori riportati sono tratti dal Bilancio Consuntivo 2017 disponibile sul sito dell’Ente. Le rielaborazioni sono state effettuate sulla base dei soli prospetti ad esso allegati. Si fa salvo ogni possibile errore.

Exit mobile version