La scoperta potrebbe aiutare a capire il ruolo delle comete nelle prime fasi della vita di un sistema planetario e fare luce anche sull’epoca in cui il Sistema Solare era molto giovane.
Il risultato arriva a quasi un anno dal lancio del telescopio Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite), avvenuto il 18 aprile 2018, e fa “ben sperare”, ha detto uno degli autori della ricerca, l’astrofisico Grant Kennedy, della britannica Warwick University. Tess è stato progettato per cercare mondi alieni intorno a giovani stelle, come Beta Pictoris che ha circa 20 milioni di anni. Il telescopio utilizza la tecnica dei transiti, ossia identificando i pianeti trabsitando davanti al disco della loro stella provocano variazioni nella luminosità.
Poiché Beta Pictoris è molto giovane è ancora circondata da un disco ricco di detriti, residuo del bozzolo di polveri e gas da cui si è formata e nel quale, secondo i ricercatori, si nascondono numerose comete. Di conseguenza non è raro che alcune comete, come quella scoperta dal telescopio Tess, possano passare vicino alla stella.
I ricercatori hanno identificato la cometa perché il cambiamento che questa ha causato nella luce della stella è diverso da quello che avrebbe causato il passaggio di un pianeta: mentre il primo genera un cambiamento netto seguito da un cambiamento di luce molto più lieve, dovuto alla coda polverosa, quello di un pianeta causa un cambiamento di luce improvviso e simmetrico.
Adesso che gli astronomi sanno cosa cercare, andranno a caccia di altre anomalie simili nella luce delle giovani stelle al fine di trovare altre comete e identificarne la composizione
Fonte ANSA