Scarcerazioni troppo facili e concessioni dei domiciliari inaspettate nei commenti tra spacciatori intercettati dai Carabinieri e dalla Procura di Nocera, nell’ambito di un’indagine antidroga.
I due gruppi di spaccio stroncati ieri dai Carabinieri e dalla Procura di Nocera prima che potessero fare il salto di qualità erano guidati da giovanissimi, capaci di darsi un’organizzazione di tipo aziendale, con tanto di turni prestabiliti per i pusher e telefonino di servizio da passare di mano in mano per ricevere ordinazioni e sbrigare le consegne.
A mettere sulla buona strada gli investigatori non sono solo stati i continui sequestri di droga lungo la direttrice autostradale dell’A30, che hanno permesso di ricostruire gli approvvigionamenti presso fornitori dell’hinterland napoletano. A far prendere la giusta piega alle indagini sono state anche le intercettazioni che hanno documentato con quanta disinvoltura i giovani capi dei due gruppi della Valle dell’Irno utilizzassero la manovalanza locale per la vendita al dettaglio di eroina e cocaina e con quanta cura selezionassero perfino la clientela.
Un episodio, in particolare, ha determinato la svolta nell’inchiesta: il duro faccia a faccia tra la moglie e la mamma di un tossicodipendente con uno degli spacciatori. Le due donne hanno affrontato chi vendeva la droga al loro congiunto per chiedere di tagliarlo dalla lista degli acquirenti. Cosa che, effettivamente, il gruppo di spaccio decide di fare per evitare problemi con le forze dell’ordine.
A quel punto, è bastato creare la giusta pressione per far cadere nella rete le nove persone raggiunte ieri dalle misure cautelari. E proprio sull’incisività delle misure cautelari e delle leggi gli spacciatori si confrontavano al telefono, meravigliandosi per la facile concessione dei domiciliari oppure della troppo rapida scarcerazione di alcuni pusher concorrenti.
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