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Stupro Circumvesuviana, giudici: “Ragazza ha inventato tutto, consenziente”

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Si incontrano, fanno due chiacchiere, ridono, scherano, fumano e poi cercano un posto dove appartarsi, il famigerato ascensore guasto della Circumvesuviana. E poi, consumati i rapporti sessuali, tornano sereni ai binari. E’ una storia diversa quella che le immagini delle telecamere a circuito chiuso raccontano, secondo il quotidiano Leggo, del presunto stupro di Napoli. Ed è per questo motivo che i tre ragazzi arrestati sono stati liberati.

Il tribunale del Riesame ha detto che la presunta vittima ha mentito e per questo Raffaele Borrelli, Alessandro Sbrescia e Antonio Cozzolino meritano la libertà. L’indagine non è chiusa, la denuncia della 24enne di Portici è ancora aperta ma il racconto fatto dalla giovane comincia a vacillare. Ci sono due elementi chiave che mancavano ai primi magistrati che hanno preso in carico la vicenda. Il primo sono appunto i filmati della Circumvesuviana, arrivati in modo frammentario al tavolo del Gip. Il secondo è il quadro clinico psicologico della ragazza, che si autodefinita “bugiarda patologica” e con un vissuto familiare problematico.

La giovane era in cura da tempo in un centro di salute mentale per combattere una forma di anoressia che l’aveva portata a pesare 28 chili ed è stato certificato un bipolarismo. La inattendibilità della 24enne è stata confermata da tutti e tre i collegi del Riesame chiamati a pronunciarsi sui ricorsi presentati in date diverse dai legali degli indagati.

I magistrati scrivono: “Nessuno stupro” – I giudici, scrivono nelle motivazioni della scarcerazione e riportate dal quotidiano Leggo, “in due occasioni (5 e 11 marzo) la ragazza aveva dichiarato di essere stata spinta in ascensore; di aver provato a mordere i genitali di uno dei ragazzi pur di difendersi e di aver poi esclamato la frase ‘Dio mio ti prego basta’”. Ma le immagini mostrano altro: “La giovane saluta Alessandro Sbrescia, poi sale con i tre ragazzi la rampa di scale, mentre Alessandro ha un braccio appoggiato sulla spalla di lei; poi si vedono i due abbracciati, mentre lei fuma una sigaretta, consulta il cellulare, chiama l’ascensore che risulterà non funzionante; sempre abbracciati i due si spostano verso un altro ascensore, poi lei offre un tiro di sigaretta ad Alessandro, per poi entrare spontaneamente in quell’ascensore, smentendo così l’ipotesi della spinta”. Anche il sesso, filmato, non è violento come lei ha raccontato.

“Gli indagati escono insieme alla ragazza perfettamente ricomposta nel vestiario, con il cellulare in mano e la busta a tracolla, in condizioni di apparente tranquillità; si intrattiene con un paio di loro, poi scende per le scale con assoluta normalità”. La giovane aveva raccontato di essere stata abbandonata lì e invece nel video si vede che “si siede su una panchina e accende una sigaretta. E’ calma. Fa una prima telefonata alla madre, senza fare alcuna allusione al presunto stupro. Alla madre appare lucida, tanto da indicare l’orario in cui parte il treno. Solo pochi minuti dopo scoppia a piangere, attirando l’attenzione di un passante, mentre i tre indagati restano in stazione, senza immaginare di aver consumato un reato tanto brutale”.

C’è il referto del Cardelli, l’ospedale presso il quale la ragazza è stata portata che riferiva di lesioni compatibili con un rapporto non consenziente. Anche in questo caso i giudici esprimono la loro posizione censurando l’operato dello psicologo che aveva in cura la ragazza e che aveva “con superficialità non fornito tutte le informazioni necessarie ai magistrati per esprimere un giudizio corretto”. La ragazza dal 2016 è in carico al reparto psichiatrico di Torre del Greco e vive in modo complesso e patologico la sfera sessuale in un contesto familiare problematico. Da una parte una donna con problemi, dall’altra dei ragazzi che forse non hanno compiuto violenza ma che hanno ignorato, forse volutamente, i disagi prsichici di lei. Nel mezzo una denuncia per stupro che probabilmente a livello giudiziario finirà nel nulla. Tutti vittime e tutti carnefici in questa brutta storia.

 

Fonte Tgcom24

 

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