Sono però contrario a percorsi che rischiano di cristallizzare o addirittura acuire le disuguaglianze oggi esistenti nel Paese. Per questo, in relazione alla procedura, riteniamo fondamentale coinvolgere pienamente non solo tutte le Regioni nel confronto con il Governo, ma anche il Parlamento nell’elaborazione dei testi ufficiali delle eventuali intese.
Nel merito, consideriamo invece essenziale definire preliminarmente i livelli essenziali delle prestazioni riguardanti i diritti civili e sociali garantiti su tutto il territorio nazionale ed i “fabbisogni e/o costi standard” per il trasferimento delle risorse sulle materie assegnate alle Regioni. Solo dopo si potrà parlare di maggiore autonomia.
L’attuale iter, dunque, va completamente capovolto, perché non è pensabile che si possa correre il rischio di creare ulteriori squilibri all’interno del territorio nazionale su materie che riguardano i diritti e servizi pubblici essenziali , penso proprio all’istruzione, per la quale ieri hanno protestato tanti insegnanti in piazza a Salerno, mettendo davvero a rischio l’unità del Paese.