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Salerno. Condanna per uccisione cagnolina: soddisfazione comitati

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Un anno e nove mesi di reclusione per maltrattamento ed uccisione di animali. Questa la sentenza emessa in primo grado dal giudice, dottore Paolo Valiante, nei confronti di Antonio Fuoco, il responsabile della barbara uccisione della cagnolina Chicca. Ventuno mesi, anche più dei sedici chiesti dal pubblico ministero. Il legale di Fuoco ha già preannunciato che farà appello ma, in ogni caso, si tratta di un verdetto esemplare, con pochi precedenti in materia. Infatti, malgrado la riduzione che gli spettava per aver scelto il rito abbreviato, la pena è stata comunque considerevolmente aumentata in quanto il soggetto era recidivo. Significativa, inoltre, anche l’entità del risarcimento danni che il giudice ha attribuito in favore di ciascuna parte civile, oltre alle spese per i relativi legali, riconoscendo, in questo modo, valore alla tutela degli animali che perseguono le associazioni che si sono costituite parte civile. Le motivazioni della decisione saranno rese note entro quindici giorni. Una sentenza, quella di oggi, che ribadisce l’importanza di denunciare sempre tutti gli episodi di violenza nei confronti degli animali.

Lo scrive in un comunicato il Comitato Uniti per Chicca

L’OIPA “Rinnoviamo al sindaco la richiesta a emettere un’ordinanza che vieti a quest’uomo di detenere animali”

Ha preso a calci Chicca, la cagnolina di 6 mesi della sua compagna, fino a lasciarla esanime sul marciapiede in un lago di sangue, ormai senza vita. Il motivo? Perché “faceva pipì in casa”. Un video l’ha inchiodato e dopo l’identificazione, A. F. è stato denunciato dall’OIPA e da altre associazioni animaliste per uccisione di animale. Oggi, a distanza di due anni, è arrivata la condanna in primo grado a un anno e nove mesi di reclusione, risarcimento delle spese legali e di mille euro per ogni parte civile.

Nonostante la pena sia lieve in confronto al gesto commesso e sia necessario aspettare gli altri gradi di giudizio perché sia definitiva, si tratta di un primo importante risultato per affermare che gli animali non sono oggetti dei quali si può disporre a proprio piacimento.

“È importante mantenere alta l’attenzione su casi atroci come quello di Chicca affinché rappresentino precedenti giuridici che indichino la strada verso un inasprimento delle pene per i reati contro gli animali – sottolinea Claudia Taccani, responsabile Sportello Legale OIPA Italia Onlus – Dopo la drammatica uccisione abbiamo chiesto al sindaco un’ordinanza che vietasse ad A.F. di detenete animali, richiesta rimasta ad oggi inascoltata. Alla luce di questa condanna provvederemo a inoltrarla nuovamente affinché anche il Comune sia un segnale forte”.

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