Un bizzarro meccanismo di legge li ha costretti ad assumersi responsabilità professionali per le quali avrebbero dovuto fruire di intensi programmi di formazione ed aggiornamento, e della dotazione di strumenti e mezzi che, invece, sappiamo totalmente inadeguati o assenti.
I nostri colleghi sono stati chiamati a valutare progetti così tanto delicati e complessi che l’amministrazione ne aveva dovuto commissionare la redazione a professionisti esterni dotati, invece, di quella formazione e di quelle speciali attrezzature che la stessa amministrazione non aveva fornito ai propri dipendenti.
Di questo evidente squilibrio però non c’è traccia nei commenti dei giornalisti cittadini: troppo faticoso cercare di capire quale sia il meccanismo che, con frequenza vertiginosa, produce così tanti processi nei confronti dei dipendenti comunali. Molto più facile è fermarsi alle ipotesi della procura e accodarsi o magari solo strizzare l’occhio ai commenti popolareschi che di noi comunali fanno, invariabilmente, un esercito di inutili fannulloni, incompetenti, criminali.
Non c’è nessuno che si chiede quali possano essere gli effetti di una riduzione del personale comunale che dal 2000 ad oggi ha perso circa il 50% delle sue unità; nessuno si chiede quali siano gli effetti di una legislazione statale e regionale che in questi stessi anni ha scaricato sulle spalle dei comuni un enorme e confuso carico aggiuntivo di procedimenti e responsabilità, con stipendi e programmi di vera formazione e aggiornamento completamente bloccati.
E questo non ha riguardato solo i tecnici: basti pensare allo sviluppo degli impegni messi addosso alla polizia municipale, senza dimenticare gli addetti alle scuole, gli assistenti sociali, gli addetti ai tributi e così via.
Nessuno del nutrito gruppo di giornalisti e pubblicisti cittadini si concede alla curiosità di capire come mai ci siano delle categorie protagoniste degli annunci mirabolanti, degli accordi e dei programmi del futuro, che poi, prontamente, spariscono dalle pagine dei giornali quando i fatti cominciano ad andar male e, solo allora, siamo noi dipendenti a balzare all’”onore delle cronache”.
I nostri “guardiani della società”, anche se solo subdolamente, hanno già trovato i colpevoli e li indicano al disprezzo popolare. Noi, invece, che quei colleghi li conosciamo davvero, mettiamo la mano sul fuoco a testimoniare la loro onestà e serietà: gli eventuali errori commessi, se veramente ce ne sono (perché questo attacco a 9 anni di distanza sa molto di politica), sono imputabili principalmente ad una organizzazione della macchina comunale assolutamente inadeguata alle sue ambizioni che pìù volte abbiamo rappresentato ma che non si è mai voluto dare effettivo ascolto.
Ad ulteriore supporto si comunica che lo scrivente sindacato pone gratuitamente a disposizione dei colleghi coinvolti il proprio Ufficio Legale.
IL Delegato RSU CSA
Angelo NAPOLI
Il Segretario Generale
Angelo RISPOLI