Come sindacato non abbiamo posizioni ideologiche e sull’autonomia poniamo paletti precisi: il primo e fondamentale è che occorre una Legge quadro nazionale su livelli essenziali delle prestazioni.
Se questa discussione sui fabbisogni universali parte, allora si può ragionare subito al netto delle elezioni europee. Ieri, nella riunione degli attivi unitari nazionali con CISL e UIL è stata illustrata una piattaforma di iniziative di mobilitazione che si concluderanno con la manifestazione del 22 giugno a Reggio Calabria. Dobbiamo utilizzare questo tempo per avviare un confronto unitario con il presidente De Luca per passare, finalmente, dalle parole ai fatti.
La regione Campania si è lanciata su questo tema sperando di inserirsi a tempo oramai scaduto. Pone il centro anche su istruzione e formazione e spera che il governo che ha ipotizzato una commissione paritetica con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, coinvolga le cinque che hanno chiesto l’autonomia. Immaginate un piano regionale formativo scolastico che legge la storia degli ultimi tempi in direzione diversa rispetto agli altri.
Pensate ad autonomia in Lombardia e Veneto che lascia il Sud sempre più isolato. La Campania deve avviare una vera discussione sulle politiche economiche in un contesto nazionale a garanzia dell’universalità dei cittadini. Da qui al 22 giugno con la manifestazione a Reggio Calabria riapriamo un confronto unitario con il governatore della Campania”.
Lo ha detto il segretario generale della CGIL Campania, Nicola Ricci, intervenendo al convegno “Autonomia differenziata o secessione?” promosso dalla CGIL Avellino al quale ha partecipato la segretaria confederale CGIL Nazionale, Rossana Dettori.
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