A Roma, in un giorno lavorativo, non siamo andati in gita di piacere ma a confrontarci con chi oggi è alla guida della nostra squadra cuore. E ci siamo andati per rappresentare di persona il malcontento dell’intera piazza. Perché la nostra contestazione non poteva ne voleva essere fine a sé stessa.
La delegazione è stata scelta da chi ha sempre messo la faccia e fatto sacrifici di ogni genere per Salerno e la sua tifoseria. Siamo quelli di sempre, quelli che danno e chiedono rispetto, perché ogni nostra azione è ispirata da un sentimento soltanto: l’amore per la Salernitana.
Ai vertici della Società abbiamo ricordato tutto, punto per punto. L’elenco è superfluo, basta riavvolgere il nastro di questo campionato che per noi sarebbe dovuto essere speciale, in concomitanza del Centenario.
Dinanzi a queste nostre ferme rimostranze, abbiamo preso atto dell’atteggiamento dei due proprietari del club: l’apertura nei nostri confronti, l’ammissione di colpa sui risultati, sulle loro assenze, sulle inadempienze rispetto al Centenario.
Sia chiaro: sono parole, che dovranno diventare fatti e che non cancellano un progetto tecnico che quest’anno ha fallito.
Da sabato torneremo a sostenere la Salernitana sugli spalti dell’Arechi, non perché ci abbiano convinto le promesse ma perché vogliamo concedere a chi si è fatto carico di questa Storia Centenaria la grande responsabilità che si è assunto, dichiarando pubblicamente e a noi di non volere cedere la Società ma di volerla portare a competere dove crediamo di meritare. Noi, come sempre, ci assumiamo la nostra responsabilità. Con un unico fine: il bene della Salernitana.
Chi la pensa diversamente da noi è libero di farlo, nella speranza di ritrovarci sempre tutti uniti sotto la stessa bandiera, perché prima di ogni cosa siamo Salernitani!
Gli Ultras della Curva Sud Siberiano