Riprende il braccio di ferro tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini il monistro dell’Ambiente Sergio Costa che solo lo scorso 2 aprile ha reso pubblico il “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia” ribadendo che “con questo nuovo piano non servono gli abbattimenti ma una straregia che abbiamo delineato in 22 azioni”.
La circolare, firmato da Matteo Piantedosi capo di Gabinetto di Salvini, rileva che “di recente, in alcune aree del territorio nazionale”, si è registrato “un aumento della presenza di lupi che, avvicinandosi in branco agli abitati, provocano allarme nella popolazione ovvero causano importanti danni economici agli allevatori, attaccando ovini, caprini e talvolta bovini nelle zone di pascolo e di ricovero”.
Da qui “l’esigenza di adottare interventi di carattere preventivo ai fini della tutela della pubblica incolumità e della salvaguardia delle attività tradizionalmente legate alla montagna, all’agricoltura e alla zootecnia”.
L’Enpa, Ente nazionale protezione animali, non ci sta a quella che definisce “una manovra per reintrodurre le uccisioni di un animale protetto e salvato dall’estinzione e dopo il lavoro tanto autorevole e di solide basi scientifiche portato a termine dal ministro dell’Ambiente con il nuovo Piano lupo”.
E la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi rincara: “Il ministro dell’Interno dovrebbe spiegare quali criteri scientifici devono essere utilizzati per definire un lupo come “problematico” o “pericoloso” visto che, tra l’altro, l’italia non registra aggressioni da parte di lupi da almeno duecento anni”.
Inoltre “insomma i lupi non rappresentano emergenza di ordine pubblico – nel 2018, dice Eurac Reserach, in Trentino ci sono state 65 predazioni con 76.500 euro di indennizzo – sono invece un preziosissimo equilibratore biologico perchè con la loro attività predatoria mantengono in equilibrio le popolazioni degli altri selvatici. Dunque, non c’è nessuna emergenza se non quella creata ad arte per guadagnare qualche voto in più alle prossime elezioni”.
Nota di protesta anche dal Wwf, perché “non c’è alcun allarme lupo”. “A dirlo – spiega il documento degli animalisti – non è il Wwf ma gli esperti del Large Carnivore Initiative for Europe della Iucn che hanno redatto i criteri scientifici per classificare gli eventuali lupi problematici: sulla base di questi criteri, nessuna delle situazioni finora registrate in Italia è motivo di allarme.
La notizia che il ministero dell’Interno avrebbe inviato ai prefetti di Trento e Bolzano e al presidente della Valle D’Aosta una circolare in cui si apre agli abbattimenti dei lupi, se confermata, sarebbe un attacco gratuito ed ingiustificato ad una specie fondamentale per la natura d’Italia”.
“Questa circolare sarebbe una scelta ancora più incomprensibile anche alla luce dell’annuncio del nuovo Piano Lupo, che non prevede gli abbattimenti tra le azioni di gestione e che sembra essere arrivato in dirittura d’arrivo. – continua il Wwf – Non vorremmo, quindi, che si trattasse dell’ennesima mossa propagandistica sulle ‘pelle del lupo’, visto che il numero di lupi e dei danni legati alla loro gestione in Trentino Alto Adige continua ad essere estremamente limitato (come riportato anche da più fonti giornalistiche 38 in Trentino e 13 in Alto Adige)”.
“Le specie simbolo della natura e della biodiversità italiana non possono continuare ad essere esposte ai ricatti di quei poteri locali che non vogliono attuare misure di prevenzione opportune, in spregio alle migliaia di allevatori che ogni giorno faticano per rendere possibile una coabitazione pacifica e alla maggioranza degli italiani che si sono espressi per una tutela integrale del lupo”, conclude la nota.
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