Trentasette le persone finite in manette nell’ambito della maxi inchiesta condotta dalla polizia e dai carabinieri e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Salerno.
Trenta sono finiti in carcere e sette agli arresti domiciliari. Un giro d’affari di migliaia di euro che, per la sola piazza di spaccio di Pontecagnano Faiano, è stato quantificato in circa 60mila euro a settimana.
Nell’ottobre di quell’anno uno degli indagati fu sorpreso con 52mila euro in contanti. In un’altra circostanza uno degli indagati, sentendosi braccato dalla polizia, aveva cercato di disfarsi di un ingente quantitativo di droga, prima provando a incendiarlo e poi lanciandolo in un fiumiciattolo.
Ma il tentativo fu vanificato dall’intervento degli agenti che riuscirono a sequestrare lo stupefacente. La base operativa era nel salernitano ma l’organizzazione aveva ramificazioni anche nel napoletano e nel Lazio con il coinvolgimento anche di colombiani. Una organizzazione forte grazie all’unione di due gruppi criminali, non più in guerra tra loro ma soci in affari.
Sottoposti a sequestro circa 8 chilogrammi di cocaina, 15 kg di hashish ma anche due pistole, un fucile a canne mozze e varie munizioni. «In questa circostanza – ha affermato il procuratore della Repubblica vicario, Luca Masini – il business non divide ma unisce le organizzazioni criminali. E il giro d’affari, in questo caso, era ingente»
fonte Le Cronache in edicola martedì 16 aprile 2019 (articolo a firma di Andrea Pellegrino)