Parliamo di donne e uomini che scrissero una delle pagine più straordinarie della storia italiana, fatta di resistenza e di condivisione di ideali di pace, di libertà e di rispetto di diritti umani e civili. Donne e uomini che hanno dato moltissimo al nostro Paese, in termini di impegno e di esempio, spendendosi prima per la libertà e poi per la ricostruzione, mettendo in pericolo la loro stessa vita, perdendola anche per combattere le leggi razziali.
Celebrare il 25 aprile non è affatto uno stanco rituale commemorativo ripetuto di anno in anno, né un mero esercizio retorico. Oggi più che mai bisogna rafforzare il significato politico di questa giornata simbolo di valori democratici antifascisti. Sono attuali, proprio negli ultimi giorni, i fatti negazionisti scatenati da alcuni Comuni del nord Italia, che vietano la celebrazione del 25 aprile o escludono l’ANPI dagli interventi ufficiali del 74esimo anniversario della Liberazione dal Nazifascismo. L’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) rappresenta l’eredità della lotta partigiana che ha riscattato la dignità del nostro Paese dopo vent’anni di dittatura fascista e il conflitto mondiale.
Dalla Resistenza, di cui furono protagonisti donne e uomini di ogni estrazione politica e sociale, scaturì la Costituzione della Repubblica Italiana che permette a tutti noi oggi di poterci esprimere liberamente, partecipare alla vita politica, scegliere chi ci governa in un contesto libero e democratico. L’esclusione dell’ANPI dagli interventi istituzionali rappresenta a mio avviso un fatto grave e senza precedenti.
I rischi connessi allo sbiadire di questa pagina di storia sono molteplici e sempre più radicati: su tutti l’avanzare di nuovi nazionalismi e forme di razzismo diffuso che vedono svanire sempre più l’appartenenza agli ideali e valori fondanti della nostra Carta Costituzionale, oltre che della stessa Europa.
Ovunque aumenta un diffuso sentimento di paura e disorientamento, di diffidenza nei confronti di culture altre. Si innalzano muri e si auspicano chiusure di confini che purtroppo ci fanno tornare alla mente tristi vicende del passato, che credevamo esserci lasciati alle spalle.
I nostri padri hanno combattuto per affermare la ricchezza di peculiarità diverse, unite in un’unica entità nazionale, con lo spirito di una vita per tutti a misura d’uomo, fraterna e giusta. Oggi, mentre i testimoni di quel periodo se ne stanno andando, è fondamentale quindi salvaguardare la memoria raccontando ai giovani cos’è stata davvero la Resistenza e di quale forza morale sono stati capaci i nostri padri. E dobbiamo assumerci la responsabilità educativa di formazione delle giovani generazioni.
È un testimone di comprensione storica utile a inquadrare in maniera puntuale il presente per poter focalizzare al meglio il futuro. La Liberazione è un dono ricevuto, dobbiamo difenderlo e custodirlo con cura, perché la libertà è un diritto fondamentale e prezioso da riconquistare giorno dopo giorno. A tutte e tutti auguro buon 25 aprile!»
Michele Strianese – Presidente della Provincia di Salerno
Fate qualcosa di concreto x provincia gente di m…..
Blablabla…. solo parole e demagogia ma per la gente di oggi servono fatti specialmente per i giovani serve L A V O R O
“Chiacchiere e tabacchere e ligno, ‘o banco ‘e napule nun se ‘mpegna”