Ma la sconfitta di sabato scorso non sarà archiviata facilmente perché arrivata in un momento storico particolare, siamo a pochi mesi dalle celebrazioni del centenario ed in un momento di grosse fibrillazioni nel mondo del tifo salernitano. I 3300 spettatori presenti hanno assistito ad uno spettacolo indegno. Chi era fuori ha urlato a squarciagola contro la proprietà ma la fetta più grande del tifo granata è rimasta a casa si è allontanata progressivamente nel corso delle giornate di campionato deludenti scoraggiata dall’ennesimo mortificante campionato nato sotto ben altri auspici.
Ancora 270 minuti con la Salernitana che torna subito in campo a Foggia per poi affrontare il Cosenza e chiudere a Pescara. Ancora tre gare per fare qualche punto e blindare la salvezza che arriva non per meriti propri ma per demeriti altrui. La Salernitana nelle ultime dieci partite ha viaggiato ad una media da retrocessione diretta. Sarebbe ultima della classe con 7 sconfitte, un pareggio e due sole vittorie.
Gregucci ci ha messo la faccia a fine partita, ha fatto da parafulmine ad una situazione che sta sfuggendo di mano. I cinque punti di vantaggio che poi sono quattro se il confronto viene fatto con il Venezia in quanto i lagunari hanno vinto all’andata e pareggiato a Salerno (ovviamente questo in caso di aggancio malaugurato conta e non poco) obbligano la Salernitana a fare almeno una vittoria per chiudere i conti.
Potrebbero bastare anche due punti per evitare sorprese e poi cominciare a ricostruire, rifondare e dimostrare concretamente di voler fare i fatti per evitare le umiliazioni subite in questi quattro anni di serie B.