A dirlo il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervenuto ieri pomeriggio a Pontecagnano Faiano all’inaugurazione del nuovo Hub di Formamentis Group che ospiterà la Scuola di Alta Formazione Gastronomica «In Cibum».
A dirlo il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervenuto ieri pomeriggio a Pontecagnano Faiano all’inaugurazione del nuovo Hub di Formamentis Group che ospiterà la Scuola di Alta Formazione Gastronomica «In Cibum».
Lo attendiamo tutti….l aeroporto
chiamate Agostino Gallozzi unico che capisce di Logistica e trasporti in questa Citta di niente
Siccome vi mette a figura di merda lo tenete lontano
15 anni fa iniziò a parlare con GESAC ed il governo per all’ungamento pista e gestione Terminal ma siccome stava facendo le cose fatte bene lo tolsero da li offuscava il DUCE solo il DUCE doveva avere Luce.
A cosa serve rinvangare il passato, a cui peraltro potrebbero darsi differenti interpretazioni e spiegazioni di quanto realmente accaduto??
Se l’ammodernamento e il potenziamento dell’aeroporto sono realmente ritenuti indispensabili per la logistica del territorio e l’incremento dei flussi turistici, non ha alcun senso continuare in polemiche inutili e improduttive verso questo o quel personaggio e con speciale predilezione verso il cosiddetto duce.
Quante stronzate si sentono in giro! Informatevi, leggete e documentatevi. Dati, grafici, entrate ed uscite con business plan seri. E poi, magari, paragoni con altre nazioni che funzionano ed sono molto più efficienti. Paese di ignoranti che si bevono qualsiasi cosa. Sconfortante. Da anni gli aeroporti italiani sono nel mirino: troppi e troppi piccoli. Con numero di passeggeri che sono anche al di sotto di una stazioncina ferroviaria di frontiera. Frontiera del vecchio west, s’intende. Che cosa dite e dicono i politici? Che è necessario a Salerno un aeroporto per fare cosa? A 60 km c’è Napoli. A 300 km Roma. Poi Bari. E via discorrendo. Fare la fine degli scali calabresi? Nel resto del mondo non ci sono decine di aeroporti come in Italia, concentrati peraltro in un’area che si può fare attraversare tranquillamente a piedi… Nel nostro Paese gli aeroporti hanno tutti i conti in rosso: alti costi di gestione, tratte limitate e compagnia bella. Magari, a Salerno dopo aver provveduto ad allungare la pusta mettono pure la tratta per Albania e Montenegro. Per far emigrare i tanti disoccupati che potrebbero trovare l’America a Tirana e dintorni. Non vedere queste cose significa essere ciechi ed ignoranti. Una città che merita la classe dirigente che si è scelta, troppo obnubiliata per capire se un progetto sia giusto o sbagliato. Economico o antieconomico. O solo un modo per speculare sui contribuenti favorendo i pochissimi che hanno già troppo. Bisognerebbe migliorare le tratte ferroviarie e non solo. Che disastro leggervi e sentire i soliti annunci spot dei politici locali.
Non so come definire la valutazione basata sulle distanze. Aboliamo Capodichino perché Napoli dista poco più di 200 km da Roma?; aboliamo Caselle e Genova perché distano ancora meno da Milano?; per motivi analoghi chiudiamo Catania, tanto c’è Palermo?; e così via?
Occorre anche improntare a logica e coerenza i propri ragionamenti per essere credibili e prima di attribuire epiteti dall’alto di una presunta superiorità intellettuale e cognitiva.
Se si ritiene che certe distanze possono tranquillamente essere percorse a piedi, si è liberi di farlo. Non si può però biasimare qualcuno che ritenesse o avesse necessità di fare lo stesso tragitto con altri mezzi, compreso l’aereo.
È proprio quello che chiedono tanti operatori economici che attendono impazienti l’uscita dalle secche burocratiche che ancora rallentano la piena entrata in funzione dell’aeroporto Costa d’Amalfi.
A leggerti viene da pensare che la “presunta superiorità intellettiva e cognitiva” sia in re ipsa. Commento che si basa su reazioni istintive e campanilistiche. Si ragiona sui numeri. Sui dati. Che c’entrano gli operatori economici e la burocrazia che pure esiste? Evidentemente è come pensavo e devo ribadirlo. Non si è più abituati a riflettere e a studiare. Non c’è più, come si insegnava a scuola, il metodo. Metodo. Metodo scientifico. Empirico. Deduttivo ed induttivo. Tutti questi metodi sono alla base di qualsiasi progetto che voglia decollare, proprio come l’aereo da Costa d’Amalfi. Oggi si parla per slogan, perché qualcuno ci ha rivelato una verità che si ritiene intoccabile. Verità di altri che hanno a cuore non la comunità ma il proprio portafoglio. Ed il proprio bacino di voti. Per la cronaca il commento di stamattina è stato scritto con il cellulare quando ero ancora a letto. Non mi era certo necessario approfondire cose note ai più e di comune esperienza. Rileggendo ho persino trovato errori di battitura tipo obnubiliato e pusta… Ho scritto di getto e pure mezzo addormentato perché non bisogna certo passare al setaccio dati che conoscono anche le pietre. L’Italia è piena di aeroporti. Piena. Scali bonsai che solo a vederli viene la depressione. Sono vuoti. Scatole vuote. Un paio di voli quotidiani per alcuni; altri hanno circa qualche migliaio di passeggeri all’anno. Forse sfugge quanto costa tenere aperto un aeroporto, esclusi i tanti denari che pretendono le varie compagnie. Non m’invento nulla. Ai tanti che reclamano l’aeroporto senza nemmeno conoscere i veri costi che comporta, consiglio la miriade di dati che è facilmente reperibile su internet. Il web è pieno di articoli corredati da numeri e non da tifoserie che per campanilismo o manie di grandezza reclamano l’aeroporto a Salerno. Alcuni anche in Barbagia. Sì, perché un aeroporto alla fine non si nega proprio a nessuno. Se ce l’ha pure Lamezia Terme, vogliamo mettere? Il punto è che gli errori enormi del passato andrebbero evitati e non certo replicati. Chi dice il contrario evidentemente non si è mai mosso da Salerno, non ha mai messo piede fuori regione, per non parlare di fuori il nostro Paese. Coloro che si vantano di una cittadina provinciale come Salerno pensando di vivere nella Parigi di fine secolo scorso non va neppure attaccato ma compatito. D’altra parte se noi andassimo da un povero agricoltore dell’India, saremmo considerati poveri al suo cospetto. Nessuno di noi e, credo, nemmeno Berlusconi può dire di possedere vacche sacre. Al cospetto di quel povero contadino che si spacca la schiena in India, noi saremmo solo dei poveracci… certo, per un contadino che non ha mai messo piede fuori il suo campo arato dalle vacche sacre. Digressione a parte, consiglio una buona lettura di svariati articoli sul tema. Anche uno di Linkiesta e sugli aeroporti ogni 50 km in Italia. Dati, numeri, progetti sensati e non parole o tifoserie fuori luogo. A questo punto perché non fare pure un treno a levitazione magnetica a Salerno? Magari, al posto del treno metropolitano che passa ogni mezz’ora? La tecnologia c’è e si può fare, i numeri veri (quelli economici) dicono che sarebbe da folli. Ma si sa, la grandeur salernitana è pari solo a quella della Francia del Re Sole. Ad ogni buon conto il nostro Paese, a breve, forse avrà più aeroporti che stazione ferroviarie. Negli altri Paesi il rapporto non raggiunge cifre simili. Come pure perdite simili nei bilanci di ogni scalo. Non capisco poi l’ironia sulla possibilità di eliminare Napoli, poi Roma e via discorrendo. Stiamo parlando di città, anzi metropoli. Con altre storie ed altri numeri. E con ben altre affluenze. Dopo Salerno potremmo farlo a Maratea o Vallo della Lucania, perché no? Sono altamente strategici. Questa è la dimostrazione di quanti danni possa fare la mancanza di metodo. E il non saper leggere la realtà ed i suoi numeri. Sconfortante. Come dire: compro la Ferrari da 300 euro con i soldi che ricavo dalla vendita dell’unica casa di mia proprietà. E non ho neppure un lavoro ed una rendita. Stiamo all’assurdo. Al non sense. Comunque sia, consiglio di leggere i milioni di articoli sul tema. Qualcuno potrà obiettare che siano stato scritti da una parte politica avversa al progresso. Io dico invece che sono stati scritti dopo accurati studi di numeri e bilanci. E quelli, inutile ricordarlo, non hanno colore politico: si basano solo sul buon senso.
Giustamente viene detto che la famosa “superiorità intellettiva e cognitiva” sia in re ipsa, cioè in questo lungo commento pieni di dotti riferimenti ad una materia complessa e piena di sfaccettature, nel cui meandri solo pochi possono addentrarsi. Agli altri non resta che assistere passivamente, senza neanche avere la possibilità di esprimere una propria opinione che potrebbe derivare da esperienze pregresse, da buon senso, da valutazioni di tipo tecnico-economiche proiettate verso scenari futuri, ecc. E se proprio tutto questo non viene ritenuto sufficiente, è bene convincersi che “sapere di non sapere” è meglio che “credere di sapere”.
L’Italia è piena di soloni che, dall’alto della loro scienza e conoscenza, hanno preteso e pretendono di insegnare agli altri come si agisce, come si valutano le circostanze, come si fanno scelte di carattere politico, industriale, economico, infrastrutturale.
La cosa viene da lontano, addirittura dai tempi dell’Unità d’Italia. Certe scelte che dovevano determinare il processo di infrastrutturazione dei territori del nuovo stato furono influenzate proprio da considerazioni che escludevano lungimiranti visioni dei futuri scenari. Il Sud fu clamorosamente escluso o considerato area di secondo livello. Cominciò l’arretramento socio-economico e culturale, causato dalla precarietà delle comunicazioni sia all’nterno che con il resto del paese, senza tener conto che ogni mezzo o sistema che ne faciliti la diffusione rappresenta un arricchimento a largo spettro e con vantaggi generalizzati.
Si tratta di verità che non hanno niente a che fare con l’ironia!!
Caso mai questa è più evidente nella affermazione retorica che, trattandosi di scali “altamente strategici” si potrebbero fare aeroporti anche a Maratea e Vallo della Lucania.
È frequente infine volerci paragonare sempre e comunque con le realtà di altri paesi. I confronti però non possono mai essere fatti su base paritarie, nè in ambiti parziali che possono essere influenzati da situazioni al contorno quasi sempre di differente connotazione.
Nel caso specifico c’è un’utenza che sembra reclamare una possibilità di utilizzo di questa infrastruttura. Se ne valuti la reale consistenza e non si continui a ipotizzare sempre l’esistenza di interessi occulti, a favore di pochi.
Troppo divertente! Addirittura un excursus storico… Soloni… Questione meridionale… Unità d’Italia… Ripeto non c’è nulla di politico nelle mie parole né ho mai preso le parti di una parte politica. Questione di numeri. Freddi, asettici, che valgono più di 100 trattati. La mia ironia sugli scali altamente strategici di Maratea e Vallo della Lucania, spero che siano stati colti. Come pure la Barbagia, il treno a levitazione magnetica che magari raggiunge una velocità di 500 km/h (farlo a Salerno, città di 6-7 km, sarebbe pura follia), o la Ferrari di 300 mila euro che voglio acquistare nonostante non abbia entrate ma solo un appartamento che sono costretto a vendere per mettere la benzina e fari i tagliandi… Boutade, nulla di più. Come pure le vacche sacre che fanno credere il povero contadino dell’India più ricco spiritualmente e pure materialmente di Berlusconi. Sono battute per restare con i piedi per terra. Anche a me piacerebbe avere la Ferrari e, magari, dire che la mia cittadina di provincia, Salerno, che aspira da anni a diventare la nuova Parigi dell’inizio secolo scorso o la New York di oggi (da ridere: persone che sostengono questo vanno compatite), ha un aeroporto tipo JFK o Heatrow, ma sto con i piedi per terra. Costi di gestione? Quanti voli? Quali tratte? Un diretto NECESSARIO ED INDISPENSABILE verso Shangai o New York? D’altra parte la comunità italiana nella Grande Mela è numerosa… Magari un volo verso Tokyo, in diretto… o come le palline del biliardo volo Salerno-Bari-Lamezia Terme e Tirana per i tanti disoccupati che oggi cercano fortuna in Albania e Montenegro? Non facciamo ridere, per favore! Non facciamo ridere. E poi chi reclama da anni questo Costa d’Amalfi? Bezos? Le multinazionali ed i milioni, anzi miliardi, di turisti del mondo che non vedono l’ora di sbarcare per ammirare il lungomare “più bello” del mondo??? Non dico bene io che a leggere tali spropositi salta subito agli occhi che chi parla non si è mai mosso da Salerno e che magari ha sempre e solo fatto una gita fuori porta nei giorni di festa al mitico ed ineguagliabile Castello di Arechi? Viaggiate per il mondo e documentatevi prima di parlare a vanvera. E poi provare con un progetto che tanti reclamano… provare per buttare soldi? Provare… io non credo di dover provare a toccare il fuoco per capire che brucia… lo dico sempre: metodo. Metodo che si è perso strada facendo. Negli anni. Guardare e studiare dati e grafici e, se non si è in grado, affidarsi ad altri che sanno leggere un bilancio o fare una previsione di costi/benefici. Ma non parlare sull’onda dell’emotività. Dell’entusiasmo come gli scolari somari e senza metodo. Come si diceva a scuola una volta: sì, suo figlio s’impegna pure ma non arriva… beh, credo sia un problema di metodo. Da bambini è quasi un peccato veniale, da adulti (per chi scrive e per i politici che dovrebbero governare bene) è quasi peccato mortale. Ripeto ci sono studi ed articoli scritti da persone molto più informate di me che hanno potuto vedere i bilanci degli aeroporti bonsai in Italia. Tutti in rosso. Tranne i grandi hub. Di che parliamo? Dimenticavo… correggo quello che ho detto: in Italia non ci sono più aeroporti che stazioni ferroviarie ma più aeroporti che pizzerie. Volevo dire questo. Con simpatia.
Si tranquillizzi. La sua ironia su Maratea, su Vallo, sulle vacche indiane è stata colta. Non occorre propagarne altra, potrebbe diventare indigesta.
Lo stesso dicasi di certi apprezzamenti su chi è edotto perché ha girato il mondo, mentre chi non è uscito dal suo paesello farebbe bene a tenersi in disparte. Non sempre la controparte è così come appare e potrebbe vantare una conoscenza di siti stranieri ancora più estesa. Dire quindi anche lui cose con cognizione di causa.
Sono di moda i cosiddetti costi/benefici e così si sta interrompendo il TAV e altre importanti infrastrutture. Tornando alla Storia – sperando che non dia fastidio – con lo stesso criterio non si sarebbero fatti i grossi traforo alpini i cui benefici immediati erano molto aleatori. Ora però non se ne può fare a meno. E negli anni ne hanno beneficiato soprattutto al Nord.
Siamo liberi di continuare con certe rinunce. Ma poi non dobbiamo lamentarci del gap esistente.