Lo afferma l’art. 1 della nostra Carta Costituzionale che fonda la Repubblica democratica italiana sul lavoro.
È un giorno speciale che in questi ultimi anni forse ha perso il suo significato originario. Probabilmente perché l’attenzione nei confronti di tutto il mondo del lavoro è calata sensibilmente. Eppure è necessario essere molto vicini ai lavoratori, vigilare sui conflitti sociali e sulle contraddizioni economiche che viviamo quotidianamente sulla nostra pelle, perché sono lo specchio delle trasformazioni radicali in atto nei nostri territori, ma anche a livello nazionale e internazionale.
Non possiamo dimenticare la lotta centenaria di operaie e operai, di contadine e contadini, di impiegate e impiegati, di insegnanti, ecc, da cui sono nati e nasceranno nuovi semi di cambiamento. È nostro dovere, di tutti, ma soprattutto di chi ha responsabilità politiche, essere accanto ai lavoratori, spesso stretti tra difficoltà e miseria, a coloro che il lavoro non riescono a trovarlo, che non hanno mai lavorato o hanno perso il lavoro. Alle donne discriminate nei loro diritti di lavoratrici, ancora oggi.
Infine un pensiero commosso va alle vittime degli incidenti sul lavoro e alle loro famiglie. Troppi drammatici episodi si verificano ogni anno e i dati non accennano a diminuire, confermando la necessità di un’attenzione sempre più alta sul tema della sicurezza sul lavoro.
Auguro un buon primo maggio a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori.