Senza identità ufficiale, costretto alla clandestinità Jonh era disperato fin quando gli è venuto un lampo di genio” non voglio vivere di elemosina si è detto e ha scelto Salerno per lottare contro quel destino che sembrava aver segnato la sua esistenza. Si è scorciato le maniche ed ha iniziato a lavorare, ripulendo le strade. Ogni mattina parte da Napoli per arrivare intorno alle 8 a Salerno e comunicare la sua opera.
Non parla Italiano, putroppo dice ma vuole imparare perchè questo è il paese nel quale vuole vivere: “gli Italiani non sono razzisti, puoi essere nero, di qualsiaisi colore sia la tua pelle, basta che fili dritto e sono generosi”. C’è una commerciante del posto che lo ha visto in opera, ha subito capito.
Gli ha comprato buste di plastica, attrezzi per il lavoro:”è un esempio stupendo di integrazione. Sono commossa, gli voglio bene e farò di tutto per aiutarlo”. Gli fa eco un’altro abitante del quartiere: “un esempio per tutti questo ragazzo. Devo riconoscere che con sacrificio e gratuitamente sta dimostrando un senso di dignità profonda.
E’ ammirevole, l’amministrazione comunale dovrebbe prendere esempio da lui perchè ha tanti dipendenti pagati che dovrebbero fare questo lavoro. E’ dovuto arrivare lui per ripulire un pò la zona. Dovevamo aspettare Jonh per avere un servizio che avevamo chiesto da anni: Ben vengano esempi del genere”. E intanto mentre la lungo irno riacquista decoro le ciotoline che ha messo Jonh si riempiono, qualcuno mette anche più di 50 centesimi ma ancora più significativi sono i sorrisi, le pacche sulle spalle, il calore umano che la gente gli da facendogli capire che la vita può sempre offrire un’altra opportunità.
“Sono felice, dice il ragazzo, nonostante tutto. la mia famiglia rimasta in Nigeria mi cerca, io non posso comunicare con loro, dirgli che comunque sto bene. Ora per la mio permesso sto ricevendo aiuto da un avvocato, spera che riesca a mettermi in regola prima che mi mandino via”.