Accolte anche le richieste della Procura per Giovanni Giammarva, all’epoca presidente del Palermo, e Anastasio Morosi, a cui è stata inflitta un’inibizione rispettivamente di due e cinque anni. Inammissibile, invece, il deferimento nei confronti dell’ex patron Maurizio Zamparini.
“Il Collegio – si legge nel dispositivo – ritiene che il quadro emerso dalle vicende sopra descritte appare in tutta la sua gravità, idoneo a porre in evidenza il compimento di una sistematica attività volta ad eludere i principi di sana gestione finanziaria e volta a rappresentare in maniera non fedele alla realtà lo stato di salute della società deferita.
A fronte di tali circostanze, è derivato il compimento di attività chiaramente elusive, idonee a non fotografare la reale situazione della società, proseguite ininterrottamente dal 2015 al 2018 e aventi il loro apice relativamente al bilancio al 30 giugno 2016 le cui alterazioni, per quanto risulta dagli atti oggetto del giudizio, hanno consentito di conseguire l’iscrizione al campionato di calcio 2017/2018. A fronte, pertanto, delle riconosciute responsabilità degli odierni deferiti ed in ragione della gravità degli illeciti, il Tribunale ritiene di accogliere le richieste formulate dalla Procura Federale”.
Il collegio presieduto da Cesare Mastrocola si è pronunciato in merito alle accuse di falso in bilancio su quattro esercizi. La richiesta del procuratore federale Pecoraro era appunto quella del Palermo in ultima posizione e dunque Serie C.
Per l’ex patron Zamparini e per l’allora presidente del Collegio sindacale Morosi erano stati chiesti cinque anni di inibizione e la preclusione da incarichi federali, per l’ex presidente Giammarva due anni di inibizione.
Il Palermo rispondeva di responsabilità oggettiva e diretta dei capi di incolpazione elencati nel deferimento del procuratore Pecoraro e dell’aggiunto Chiné, con un’accusa di illecito amministrativo legata all’operazione Mepal-Alyssa. La Procura federale aveva contestato infatti la fittizietà della plusvalenza realizzata tramite la cessione del marchio, sul filone dell’inchiesta già condotta dalla Procura di Palermo.
Entro due giorni le parti (tra cui il Benevento, ammesso come terzo interessato) potranno fare ricorso in Corte d’appello, con un altro giudizio atteso in una decina di giorni. Inevitabile, dunque, lo slittamento dei play-off di almeno una settimana. Con una partita che davvero potrebbe essere solo all’inizio.