In un’annata di alti e bassi, in cui ne ha fatto le spese anche l’ex allenatore Fabio Grosso, il Verona non può più sbagliare perché non c’è domani nei playoff. Mister Aglietti punta su un 4-3-3 che vede il grande ex Samuel Di Carmine riferimento centrale, assistito da Laribi e Matos. Al Bentegodi arriva il Perugia, che ha ottenuto la post-season per la retrocessione del Palermo. Lo schieramento scelto da Nesta è un 4-3-1-2 con Verre a supporto di Vido e Sadiq.
Nelle fasi iniziali non c’è grande spettacolo: le squadre pensano più a studiarsi che ad attaccare. Il Verona punta a far male dalle corsie laterali, soprattutto con Matos, che mette ripetutamente in apprensione la difesa umbra. Le occasioni vere, però, arrivano dalle parti di Silvestri, bravissimo a chiudere lo specchio a Sadiq, lanciato in una brillante iniziativa personale.
L’ex Leeds non può nulla sul colpo di testa di Kouan, per sua fortuna la traiettoria è appena larga. Passato lo spavento, il Verona trova il vantaggio al 41′: Faraoni mette in mezzo dalla destra, Di Carmine lavora da bomber navigato, aggira il marcatore e con una girata mancina batte Gabriel. Non esulta l’attaccante. Lo fa il Bentegodi, che urla sotto la pioggia.
La ripresa comincia nel segno dello spettacolo: i padroni di casa hanno la chance del k.o. con Laribi e Di Carmine, ma Gabriel ipnotizza entrambi e tiene a galla il Perugia. Gli umbri rimangono in dieci uomini per l’espulsione al 64′ di Kouan. La seconda ammonizione sembra troppo severa, l’ivoriano invoca inutilmente il Var (all’esordio in Serie B) e torna negli spogliatoi.
Curiosamente, entrano in campo i due coreani al 72′: quello del Nord, Han, prende il posto dell’infortunato Sadiq tra le fila degli ospiti; quello del Sud, Lee, fa rifiatare un esausto Matos. Seppure in inferiorità numerica, è il Perugia a dominare il gioco. La pressione degli uomini di Nesta viene premiata con un calcio di rigore concesso per fallo di Henderson su Vido.
È lo stesso attaccante a prendere il pallone e a spiazzare Silvestri dal dischetto. Mani nei capelli per i giocatori dell’Hellas: un’ingenuità allunga di 30 minuti la maratona verso la Serie A. Nel recupero ci prova Pazzini, subentrato a Di Carmine, ma il tacco sotto misura dell’attaccante pistoiese viene smanacciato sulla linea di porta da una prodezza clamorosa di Gabriel.
Si va dunque ai supplementari: sebbene il pareggio basti per qualificarsi (non sono previsti i calci di rigore), è l’Hellas a spingere per il gol. Lo sfiora ancora con Pazzini (girata volante di una spanna a lato), lo trova con un missile terra-aria di Empereur su azione da calcio d’angolo: super Gabriel stavolta può solo vedere il pallone finire all’incrocio. È la mazzata definitiva per il Perugia, che poi capitola definitivamente sotto i colpi di Pazzini.
Il bomber segna una doppietta tra il 115′ e il 119′ e chiude i giochi. Il Bentegodi saluta con un’ovazione le reti del “Pazzo”, un’arma in più alla quale dovrà stare attento il Pescara, atteso su questo campo mercoledì 22 maggio per la semifinale di andata.
L’altra semifinale vedrà il Cittadella affrontare il Benevento