Nato a Salerno, residente a Palermo e domiciliato a Pantelleria (Tp), l’ingegnere informatico è stato arrestato con l’accusa di aver confezionato pen drive esplosive, ed è indagato per minacce aggravate, lesioni gravissime, tentata estorsione, fabbricazione, commercio e detenzione di materiale esplosivo e di addestramento a preparare esplosivi.
Per gli investigatori è lui l’uomo che realizzò la pen drive che, nell’ottobre del 2018, esplose negli uffici della Procura di Trapani, ferendo gravemente un ispettore superiore della Polizia, Gian Camillo Aceto.
Le indagini hanno permesso di raccogliere “gravi indizi di colpevolezza” a carico dell’uomo anche in merito ad un’altra esplosione avvenuta nel luglio 2016 a Palermo, un’altra pen drive ferì gravemente un 25enne. Le indagini allora furono archiviate.
Durante la perquisizione presso l’abitazione del 51enne, a Pantelleria, è stato rinvenuto un vero laboratorio per la preparazione di congegni esplosivi e per miscelare sostanze chimiche, ritenute dagli inquirenti, molto pericolose. L’uomo deve rispondere anche di detenzione dimateriale pedopornografico, rinvenuto dagli investigatori sul suo pc.
Le indagini, state condotte dalla Squadra mobile e dalla sezione di pg della polizia presso la procura di Trapani, hanno portato al rinvenimento in una cava di contrada Kazen di un chilo di esplosivo, sostanze miscelate secondo gli inquirenti da Sparacio. In queste ore si sta valutando la possibilità di fare esplodere sul posto tutto il materiale ritenuto “non trasportabile”.