Tutto nasce da un indirizzo sbagliato per poi concludersi con una vera e propria estorsione; questo è in sintesi quello che ha raccontato l’avvocatessa M.D.S. del foro di Nocera ai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria delegati al caso dal sostituto procuratore Anna Chiara Fasano.
M.D.S. a più riprese veniva minacciata dalla collega del foro di Napoli di essere trascinata in giudizio per un risarcimento danni pari a tre milioni e cinquecentomila euro.
Richieste di risarcimento martellanti ed ossessive che hanno portato M.D.S. in stato di ansia ed agitazione costante tanto da dover ricorrere in tribunale ed ottenere una condanna per la collega napoletana che le contestava gravi inadempimenti deontologici quali il mancato recapito all’indirizzo fornito dalla avvocatessa napoletana di una raccomandata contenente l’esito di un giudizio e quindi una grave lesione al suo diritto di difesa.
Nonostante l’effettivo mancato recapito però secondo il tribunale di Nocera Inferiore l’avvocatessa nocerina avrebbe fatto di tutto per mettersi in contatto con la collega napoletana e con il suo legale e per questo le richieste esorbitanti di risarcimento sono state azzerate, ed alla luce delle ricerche idonee per rintracciare la collega le accuse sono state destituite di ogni fondamento.
In merito al metodo “persecutorio” dell’avvocatessa napoletana il tribunale nocerino ha ritenuto che esse facessero parte di un disegno estorsivo ed infatti per tentativo di estorsione in danno alla collega, la citata avvocatessa è stata interdetta dall’attivita’ professionale per sei mesi.
Fonte Le Cronache
Commenta