E’ il 1912 all’improvviso da un oblò emerge un braccio e dalla mano viene lanciata sul grande spazio della banchina una palla di cuoio con i lacci.
Dalla passerella scendono dei marinai, si arrotolano i pantaloni sul ginocchio e incominciano a giocare con la palla mentre un ragazzino salernitano con coppola, seduto su una bitta, guarda la scena quasi immobile e incuriosito.
Il sole cala dietro la punta a mare dei lattari, i marinai hanno finito di correre dietro il pallone e stanno per risalire sulla nave, il ragazzino si avvicina e facendosi capire a gesti da questi ragazzi che parlano un altra lingua, si fa donare il pallone.
Il ragazzino con il pallone sotto il braccio cammina sulla strada lungo il mare e arriva in periferia dall’altro lato della citta’ dove c’è un grande spazio, chiama altri ragazzi e tutti insieme incominciano a giocare al ‘ CALCIO’.
Questo slargo di periferia è davanti una statua da pochissimo inaugurata, la statua della Libertà , un bellissimo monumento, una colonna di granito, una donna seminuda che spezza le catene della tirannide, e ‘ stato scelto quel posto perché qui sono stati uccisi dei Martiri politici. L’ opera è stata affidata ad un grande artista il Chiaramonte che con riferimento all’ art nouveau l’ha costruita è l’ha concepita rivolta al mare e al sole.
In un tripudio di gente il Sindaco Quagliariello davanti a centinaia di persone da poco
l’ha inaugurata, tanto entusiasmo per la strada e sui balconi in una SALERNO elegante con ombrellini in pizzo aperti per le donne e uomini in paglietta.
Tra i ragazzi che giocano al pallone c’è un ragazzo nato a Eboli, ha 25 anni e’ intelligente, vispo ha studiato al liceo Tasso e ha due grandi passioni lo sport e il giornalismo.
Il Suo nome e ‘ DONATO VESTUTI, vuole fondare un giornale che tra pochi giorni inaugurerà esattamente il 16 novembre, ‘ IL GIORNALE DELLA PROVINCIA ‘.
Donato è un organizzatore e decide che i ragazzi che si vedono davanti la statua per giocare devono avere una maglietta dello stesso colore, il bianco e devono dare un nome alla squadra e decide per SALERNO F. C. e dopo poche settimane nel 1913 nasce questa società.
Donato organizza prima semplici partite, poi tornei e poi fa del tutto per far iscrivere la squadra alla Federazione Italiana di questo sport
L’ Italia entra in guerra, Donato e ‘ sfortunato e poche settimane prima della fine della guerra viene colpito dal fuoco nemico e muore.
Donato non vedrà, dopo 8 mesi la nascita della SALERNITANA e non vedra’ il nuovo campo dove giocherà la Sua squadra per 11 anni, piazza D’armi tra Torrione e Pastena.
Dietro la statua della libertà, dove c’è il sagrato della Chiesa San Pietro in Camerellis, oggi c’è un piccolissimo ceppo moderno, una lastra in plexiglass che ricorda quei primi ragazzi che giocavano li, c’è una antica foto e tra quei ragazzi c’è probabilmente il ragazzo con la coppola che prese il pallone al porto e tenendolo sotto il braccio lo porto’ in periferia davanti la statua allora non occultata nel suo significato dal palazzo Santoro. Ci sarà nella foto anche il grande Donato al quale è stato dedicato uno stadio di calcio diventato poi mitico : Stadio Donato Vestuti.
Adolfo Gravagnuolo