Le bizze del clima portano paradossalmente – lì dove i frutti delle drupacee non sono danneggiati – ad andare oltre il punto di maturazione adatto ad un raccolto proficuo e ciò a causa del maltempo che non permette a uomini e mezzi di avvicinarsi agli impianti allagati.
Lo rende noto Confagricoltura Salerno, che vede in queste ore i propri tecnici alle prese con una prima conta dei danni anche alle colture ortive in pieno campo: pomodori, spinaci, spinacino, ortaggi primaverili. Va un po’ meglio per le colture protette, sia sotto rete antigrandine che in serra laddove la produzione è salvaguardata.
“Chiediamo a Regione Campania di attivare gli idonei strumenti di accertamento dei danni finalizzati alla predisposizione delle istruttorie, propedeutiche ad una richiesta di declaratoria di stato di calamità naturale al Governo per gli eventi atmosferici eccezionali di questa seconda metà di maggio – afferma il presidente di Confagricoltura, che sottolinea – ci troviamo di fronte a piogge da mese di novembre, ma con le attività e i cicli colturali tipici di questa stagione.”
Problemi anche alle fragole che a causa del maltempo stentano a maturare anche sotto serra e subiscono forti attacchi fungini, causati dalla elevatissima umidità. Senza contare poi che tutto questo si ripercuote fortemente anche sulla manodopera agricola che perdurando il maltempo non viene chiamata a lavorare e così si perde giornate di salario.
Pessima la situazione degli impianti frutticoli posti a ridosso di corsi d’acqua: stanno soffrendo fortemente di asfissia radicale a causa della troppa acqua. In questo caso, il danno di queste piogge incessanti sarà da valutarsi anche nel medio periodo e dopo che i terreni si saranno asciugati.
In difficoltà che vanno facendosi severe anche la zootecnia bovina e bufalina della Piana del Sele: si stimano perdite per le colture foraggere che potrebbero aggirarsi intorno al 60%. Ad oggi gli allevatori segnalano l’impossibilità di predisporre la fienagione Questo perché gli erbai si stanno perdendo in campo con scarse possibilità di raccolto. Quando si potrà entrare negli appezzamenti sarà impossibile raccogliere qualcosa di edibile per il bestiame. Nel frattempo, non si semina il mais per l’impossibilità di entrare nei terreni.