Per i giudici, l’uomo sarebbe morto per una diagnosi sbagliata e adesso i due professionisti si ritrovano accusati non solo di omicidio colposo ma anche di «imprudenza, imperizia e negligenza».
La vittima è il figlio di un ex consigliere comunale. Arrivò al pronto soccorso del nosocomio nocerino in tarda mattina. Secondo la perizia della parte civile, fu prima ospedalizzato in codice giallo e poi gli fu prelevato del sangue per le analisi: a quanto pare avrebbe avuto una forma di cirrosi. Tuttavia, le sue condizioni peggiorarono nel giro di poco tempo e dopo poche ore morì per un edema polmonare acuto seguito da arresto cardiaco.
Secondo la consulenza, i due medici avrebbero omesso di diagnosticare un’insufficienza renale acuta, dovuta all’abuso di antinfiammatori, con conseguente ritenzione idrica. In un paziente, tra l’altro, con «cirrosi epatica scompensata».
In ragione di ciò, avrebbero poi omesso di praticare un trattamento «emodialitico extracorporeo» che sarebbe servito a ridurre la ritenzione idrica e a superare la fase acuta, che sfociò invece in un edema polmonare e poi nel «conseguente arresto cardiaco».
Fonte Il Mattino