Morte All’Hospice, confermata accusa di omicidio per ex dirigente
redazione
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I giudici del Riesame hanno accolto la tesi della Procura e confermato la pesante accusa di omicidio volontario a carico di Alessandro Marra, ex dirigente dell’Hospice “Il Giardino dei Girasoli” di Eboli. Il medico è ritenuto responsabile di aver provocato la morte di un giovane malato terminale attraverso un’iniezione di Midazolan. Lo scorso 19 ottobre, Marra era finito ai domiciliari, ma poi è stato scarcerato un mese dopo per carenza dei gravi indizi di colpevolezza. L’ordinanza del Riesame accoglie il ricorso del sostituto procuratore Elena Guarino. Dopo tre giorni di Camera di Consiglio, è stata sostituita la misura dei domiciliari con quella dell’interdizione dalla professione. I giudici capitolini avevano definito incompleta la ricostruzione della motivazione di annullamento della misura cautelare degli arresti domiciliari, disposta dal tribunale di Salerno «nella parte in cui si afferma che non sono state accertate le quantità di soluzione fisiologica utilizzata e la velocità di discesa del farmaco in vena». L’accusa di omicidio volontario, contestata a Marra, ruota intorno alla quantità di Midazolan somministrata al paziente. Secondo la tesi della Procura, sostenuta dal pubblico ministero Elena Guarino, al giovane battipagliese fu iniettato in pochi minuti un quantitativo di medicinale che a parere dei consulenti del pm sarebbe risultato fatale. Diversa, invece, la tesi della difesa rappresentata dagli avvocati Michele Tedesco e Leonardo Mastia secondo cui quella mattina del 18 gennaio 2018, al 28enne malato da ormai più di tre anni e allo stadio terminale, Marra si sarebbe limitato a somministrargli la stessa terapia, e nelle stesse dosi, che già riceveva all’ospedale Meyer di Firenze e all’hospice del capoluogo toscano.