«Lo scrivente – si legge nella lettera inviata via pec da Francesco Sorrentino – non ha sottoscritto mai alcun atto o provvedimento indirizzato al signor V.M. in relazione al rilascio dell’alloggio di servizio dallo stesso occupato anche dopo la cessazione dal servizio di custode dell’asilo nido, ma si è prodigato a formulare comunicazioni esclusivamente interne, indirizzate ad uffici e ad organi istituzionali dell’ente, per assicurare in tempi utili la figura di un nuovo custode per la struttura in argomento, dedicata ad un’utenza particolare, e per evitare un danno erariale».
Poiché l’aggressore avrebbe maturato la convinzione di individuare la responsabilità di tale rilascio nel dirigente, evidentemente sulla base di quanto appreso da altri soggetti interni all’organizzazione comunale, i quali in ragione della propria funzione hanno preso visione delle note interne, Sorrentino sospetta una possibile violazione del segreto d’ufficio nello svolgimento del procedimento amministrativo relativo al rilascio dell’alloggio di servizio di pertinenza dell’asilo comunale, poiché nessun atto notificato all’ex custode è stato mai da lui sottoscritto.
«Il grave episodio – prosegue Sorrentino – ha compromesso il buon andamento dell’amministrazione comunale. Per questo si chiede l’adozione di atti per promuovere l’accertamento di possibili responsabilità da segnalare all’autorità giudiziaria, in ordine alla violazione della normativa in materia per assicurare che tali gravi anomalie non si ripetano per il futuro».
Infine, Sorrentino, rivolgendosi sempre al primo cittadino Vincenzo Servalli, quale capo dell’amministrazione comunale, «in ragione dell’aggressione subita e delle gravi conseguenze patite sotto l’aspetto fisico e quello psicologico» ha invocato mediante anche un coinvolgimento della Prefettura di Salerno, un incremento delle misure a tutela della sicurezza di tutti i dipendenti comunali
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